Qualche anno fa hanno iniziato a comparire su Facebook dei test, i NameTest. Non bisognava rispondere a nessuna domanda o catena di domande, bisognava loggarsi con il proprio account ad una pagina che collegava il tuo nome e cognome ogni volta a qualcosa di diverso: un animale, un cane, un piatto, un personaggio del passato, un eroe dei fumetti, un tipo di morte…
Inutile dire che, possedendo dei boxer (e un weimaraner pazzo e una bulla francese), ho fatto subito il test “quale razza di cane è più adatta a te”. E’ venuto fuori l’husky, cane fiero, apparentemente bello e che quindi attrae la gente, ma che al primo sospetto o dispetto o torto ricevuto, mozzica. Ebbene, se alla fotografia dell’husky sono rimasta male, dopo aver letto la descrizione mi ci sono bene identificata e riconosciuta. Ho l’intelligenza (o carogneria) dell’husky, sono diffidente anche se non sembra, e mi ricordo sempre tutto. Dai boxer invece, ho ereditato il lato “fregnone”, che mi fa essere molto credulona, ma poi mi sveglio dal sonno, e si sveglia l’husky.
Chi sono? Sono un husky travestito da boxer, generosa sempre e da sempre, sicuramente fragile, condivido qualsiasi cosa, non sono legata alle cose che ho, ma ad una cosa tengo molto: la mia dignità, che non baratto con nulla.
Ho aperto un nuovo blog non solo a causa di un hackeraggio al vecchio blog, ma soprattutto per tornare con un “punto e a capo” a una dimensione di hobby, la stessa che nel 2012 mi ha portata ad aprire diverdediviola, probabilmente con meno consapevolezza rispetto ad oggi. Purtroppo avevo perso di vista il fatto che dovesse essere solo un hobby ed avevo finito per togliere tempo a me stessa, ai miei cani, alla mia casa ed alla mia famiglia.
Ho sempre avuto 4 lettori in croce, e probabilmente ora diventeranno 3 considerato che sul vecchio blog non ho nemmeno fatto un redirect qui ed ora è stato completamente chiuso. Potevo aspettare un anno alla scadenza del dominio su Aruba e acquistarlo con lo stesso nome di nuovo altrove, ma ho preferito fare un blog ex novo, dandogli il nome del primo profumo che sento svegliandomi al mattino, quello dei limoni, avendo piantato una limonaia in giardino, come prima cosa dopo l’acquisto della mia villa.
Per il resto sono sempre io, nel mio blog troverete ricette mie, della mia famiglia, delle blogger che stimo, delle amiche che hanno condiviso i loro accostamenti con me. Ricette di tradizione ben lontane dalle moderne sperimentazioni e azzardi. Nel blog troverete ricette e racconti di vita privata, ricordi dei miei nonni, e stigmatizzazioni di episodi più o meno divertenti, accaduti negli anni nella mia grandissima famiglia. Ricette di Zia Rosa e di Zia Nora, ricette di rivincita in cucina di mamma, versioni light di mia sorella e chi lo sa, forse qualche preparazione per bambini, ora che sono nate Vittoria e Claudia.
Ricette caserecce, nelle quali però le foto hanno il loro valore, perché non si riuscirà mai attraverso una descrizione, a mostrare a chi ci legge cosa sta per cucinare e mangiare, non si invogliano le persone ad aprire un articolo (anche se dentro ci fosse scritto l’ottavo segreto di Fatima) solo con un titolo, ci vuole sempre qualcosa che li attragga. E la fotografia soprattutto nel food ha una importanza primaria… anche per le Suor Germana come me.
Mi preparo da sola, sporcando 10 mq tutto intorno a me ad ogni lavoro, gli sfondi per le mie foto, adoro sporcarmi le mani di stucco, gesso, e lavorare anche la terra. Mettetemi a piedi nudi nel prato a piantare rose e bulbi, con le mani nel terriccio per concimarlo e prepararlo alle aromatiche, e mi renderete una persona felice.
Sono stata definita snob, da chi non mi ha conosciuta per bene, potrei però sembrarlo se snob significa non scendere a compromessi, non mescolarsi con la mediocrità, non monetaria, ma culturale, di intelletto ed umana. Sono snob se invece di una utilitaria basso borghese scelgo di avere un SUV, sono snob se con la tuta porto una Louis Vuitton, e sono snob se penso e pretendo che le amicizie, i rapporti in generale, debbano essere di scambio reciproco e non solo un dare senza nulla ricevere. Sono snob se scelgo di essere l’ultima e non l’eterna penultima, se pretendo la perfezione o se miro al meglio, in quello che faccio io o che fa qualcuno per me, perché sono una pignola e pesantissima snob.
Per chi non mi conoscesse (ancora), sono Valentina, ho 46 anni, sono logorroica, taaaanti capelli ricci color carota brasata e milioni di lentiggini estive, 3 cani, Blu, Juno e Oliva (Goga, Cinzia, Babà e Ully sono morti purtroppo), 1 gatto scroccone che vive nel mio giardino, 23 tartarughe terrestri e abito a Roma Nord in una villa in un parco naturale protetto. Sono fatta della stessa sostanza con cui è fatto un casatiello, preferisco il gateau di patate all’aragosta, il burro di arachidi al foie gras, compro la sfoglia pronta e non ho nessuna intenzione di provare a farla in casa. Sono celiaca ed intollerante al lattosio. Amo la pace, il silenzio e sono una scialacquona 😉 Ho le mani letteralmente bucate, ma al contempo sono molto generosa. Amo fare regali, avere pensieri per chi considero amico. Difficilmente concedo la “terza” possibilità, sono paziente ma nessuno avvierà le pratiche per la mia beatificazione. Quando ho chiuso, ho chiuso.
Compratrice seriale di libri di cucina e di caccavelle, adoro Virginia Casa e Bordallo Pinheiro (mi hanno sempre detto che ho gusti costosi), colleziono pannetti per le foto, amo abbinare piatti, tessuti e colori, coltivo erbe aromatiche e appena posso aggiungo pezzi alla mia collezione per le mie fotografie. Mi rilasso facendo puzzle e la Settimana Enigmistica. Ho paura delle galline e dei ragni mentre adoro i serpenti. Amo il colore viola e fare le fotografie alle cose che cucino. Ho una terribile difficoltà ad approcciarmi e ad avere a che fare con l’ignoranza, con l’ottusità, con la scarsa istruzione. Per me un “se avrei” o una H messa a caso è discriminante tanto quanto uno schiaffone. Discrimino la persone anche per l’alito. E sono innamorata perdutamente di Vittoria e di Claudia che sta per arrivare (dicembre 2022).
Sono la disperazione di mia madre che credeva di aver cresciuto una figlia “femminile” e invece alla mia veneranda età ancora giro in jeans e Uggs, ho superato i 30 tatuaggi, e da quando vivo in campagna rifiuto i tacchi. Non c’è verso di farmi portare orecchini (da che avevo 13 fori ai lobi, ne restano aperti appena 3), collanine e braccialetti, accessori femminili insomma, troppo per me che sono di fondo una camionista ripulita. Nei miei post troverete anche parolacce ed espressioni dialettali, perché per me la volgarità è tutt’altra cosa.
In attesa che Amazon si decida a darmi la penna d’oro come azionista di maggioranza, non seguo troppo le stagioni (cancellatemi pure), compro le fragole e i peperoni in inverno e la scarola ad agosto, se ne ho voglia la zucca a giugno e il polpo a luglio, anche se molte cose cerco di coltivarle da me. Sono onnivora ma, oltre alla celiachia certificata, ho tante intolleranze, delle quali ahimè, me ne frego. Mangio glutenfree ma cucino per onnivori.
Vado in palestra d’inverno e ho un personal trainer molto noto (e figo), oramai soprannominato da me e dalle mie amiche il Bronzo di Riace, per i mesi caldi, per allenamento Hiit all’aperto, nel parco del laghetto di Tor di Quinto o al Ponte della Musica qui a Roma. Mi ci trovate quasi ogni mattina. Sono una iperattiva con momenti di pigrizia pura. Ho pochi amici che posso definire tali, ma quelli che ho “insignito” di questo titolo non lo perderanno mai.
Detesto le sdolcinatezze, anzi, mi fanno paura. E soprattutto detesto quando divento oggetto di contendimento tra più “polli”. Sono uno spirito libero, e come disse Arisa in un momento si sclero televisivo, – “sono libera di decidere di essere buona, o di essere cattiva, di essere stronza o essere generosa”.
Lasciatemi vivere tranquilla senza essere scocciata.
E, come avrete capito, sono nata priva del dono della sintesi.
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