No, la scusa che il latticello in Italia non si trova non la avete, mi dispiace. Premesso che al banco frigo del supermercato, pure all’Eurospin, trovate il Kefir, che svolge la medesima funzione del latticello, ma nessuno pretende che siate tutti piccoli chimici né qualcuno pretende che stiate lì a far fermentare cariche batteriche di piccole palline bianche orrende nel frigorifero in comodi buccaccielli, premesso ancora che in questo post che probabilmente vi è sfuggito, vi ho spiegato come si fa il latticello in casa, per fare questi pancakes, oltre a due banane fraciche, non vi serve niente di straordinario. E se non le avete mosce, vi basta metterne due con tutta la buccia nel microonde, e il gioco è fatto.
Che dite, ce la potete fare? Lo fate questo sforza sovrumano di far marcire due fetenti di banane per mangiare una colazione da Dio?
Io vi sto facendo il cazziatone, ma in effetti lo sto facendo a me stessa. Io sono la più grande mangiatrice di banane d’Italia possibilmente (vi invito a sfidarmi), da quando Rosselli me le ha sdoganate ho il via libera a mangiarle, anche e soprattutto perché le banane mi fanno bene alle pareti ulcerate dello stomaco, sono un toccasana per la mia gastrite cronica, e pazienza se (pensate che) fanno ingrassare, ma potenzialmente mi fa meno male una banana che una mela.
La banana schiacciata e molto matura negli impasti dei dolci è un validissimo sostituto delle uova, è un ingrediente che si usa spessissimo, e chi come me le ama tantissimo, ne ama il sapore e il profumo, nei dolci con le banane e senza uova non ne sente la mancanza. Ma non è questo il caso, qui ci sono sia le banane che le uova. Per quanto io ami le banane, le detesto però nello yogurt. Lo yogurt a gusto banana, dopo quello al caffè, è probabilmente il più cattivo che io abbia mai mangiato.
I pancakes, così come i waffles, sono dolci da colazione che non appartengono alla nostra tradizione, italiana voglio dire, ma se fatti con le dosi giuste e i giusti ingredienti, sono anche dietetici, e visivamente e come forma, sono più appaganti che un paio di fette biscottate spalmate di marmellata previsti da qualsiasi regime dietetico.
Sempre più spesso vi ho detto quanto, per me, l’occhio in cucina voglia la sua parte, e probabilmente è quella più importante. Per me presentare un piatto, facile o difficile, con una bella foto, un bell’impiattamento (assolutamente non gourmet o da ristorante stellato) sia importantissimo, perché fa sì che chi mi legge veda cosa ci sta nel piatto, distinguendone laddove possibile gli ingredienti e le stratificazioni. Poi un giorno con Lucia, ci domandavamo se fare delle foto tanto precise, tanto tecnicamente (quasi) perfette, sia invece motivo di scoraggiamento verso chi vuole rifare i nostri piatti, perché teme che non verranno mai alla stessa maniera. Può essere, ma quando si ha un blog di cucina, si mangia con gli occhi, prima.
Ragion per cui avrei potuto usare il mio mitico padellino Ikea piccolo e tondo per fare questi pancakes, facendoli venire perfettamente geometrici come i pancakes base che potete vedere cliccando qui, ma ho utilizzato il metodo che utilizzerebbe chiunque a casa non abbia in dotazione tutti i 50mila cazzarielli che ho io, versando porzioni col mestolo piccolo in una padella normale, e pregando che tengano una forma più o meno tonda. Tanto che siano ovali, rettangolari o a forma di polpo, sono squisiti lo stesso.
Forza e coraggio, fate fracicare due banane e seguitemi in questa profumatissima colazione alternativa. Ah, le banane caramellate sopra non sono dietetiche, ma fatele.