Da quando Ilaria, l’autrice del blog La Piccola Quaglia, mi ha fatto scoprire un sito americano di raccolta ricette, che per mia fortuna opera una grande selezione delle ricette prima di inserirle nel proprio portale, non ultime le fotografie (si viene scartati anche per una esposizione della foto sbagliata), da quel giorno ho trovato una fucina di spunti continua, per le ricette del blog, che mi hanno dato nuova carica, nuova spinta a rimettermi ai fornelli.
Pur se con una florida sezione gluten free, e una altrettanto piena di ricette con la Instant Pot (che non vi ho mai nascosto quanto amo e benedico), ancora cucino (per gli altri) cose col glutine ogni tanto, perché per me prepararle è sempre una grande soddisfazione. Mentre il gluten free è ancora una incognita per quanto riguarda la riuscita attraverso le mie mani, le cose con glutine mi riescono sempre. In fondo, credo di sapermela cavare dietro i fornelli, o no?
Ad ogni buon conto, è su questo sito aggregativo americano che ho trovato molti dei biscotti che, da oggi in poi, comincerò a pubblicare, alternandoli con ricette più nostrane con le pratoline che qualcuno tanto detesta. Ma io sono come la goccia cinese, per me alcune persone possono serenamente morire pazze.
Questi biscotti sono i primi che ho provato, dando fiducia alla ricetta di una “collega” americana.
Si tratta di biscotti nel vero senso letterale del termine, quelli che la parola stessa intende cotti per due volte, prima in un unico biscottone e poi tagliati a stecchette, come i Biscotti di Prato, e ricotti, per renderli croccanti. Biscottoni, per meglio dire, considerato che sono più lunghi del palmo della mano, da intingere in un caffè lungo, o anche in una cioccolata calda. Perché diciamocelo, l’apporto calorico di uno solo di questi biscottoni vi fa schizzare la glicemia alle stelle, mia nonna direbbe “una volta, una grazia“, non starete a fare i filosofi sulle calorie, cioccolata calda e via.
Al doppio cioccolato, per il cacao e le gocce presenti negli ingredienti, questi biscotti hanno anche del caffè solubile nell’impasto, che ne esalta la parte cioccolatosa in bocca, e che poi alla fine nemmeno si sente. Sono un concentrato di bontà, irresistibili, dopotutto nemmeno molto dolci, adatti ai cali glicemici di chi, come me, coi dolci ci fa poco. Si conservano fino a 5 giorni se ben conservati in una scatola di latta (sempre che al giorno dopo poi ci arrivino).
Mentre li preparavo si è riempita tutta la casa del profumo intenso del cioccolato, avevo i cani che si sono svegliati dal torpore del sonno davanti al camino tutti col naso in sù. Era da tanto che questa casa non profumava di dolce, e non sapete che soddisfazione mi ha dato avere quella sensazione di casa ancora una volta, di caldo dato dal camino e dal forno acceso. Una vera giornata di coccole e d’inverno, anche se quest’anno l’inverno ancora non lo abbiamo visto davvero.
2 Comments
Maurizia
31 Marzo 2020 at 15:19
Ciao, complimenti per tuo sito che trovo fatto molto bene.
Sarebbe troppo chiederti a quale sito americano indicato dall’ autrice d blog “la piccola quaglia” ti riferisci?
Ti ringrazio
Valentina
31 Marzo 2020 at 15:42
Food gawker