Quando ho visto questi biscotti sui canali social di Sonia Peronaci, è stato amore a prima vista. Però ci ho messo un bel po’ di tempo prima di decidermi ad impastare una frolla, che avevo paura di toppare fin dalla partenza, come mi succede con tutte le frolle alle quali mi avvicino.
Non è la prima volta che vi dico, infatti, che io ho le mani sempre molto calde, tant’è che più di una persona mi ha detto che potrei avere un futuro come pranoterapeuta. Avere le mani sempre calde è proprio quello che non ci vuole per lavorare una frolla, e quindi di biscotti lavorati a mano, qui da me non ne trovate tanti.
Ho lavorato la frolla montata, con ottimi risultati, ho usato la sparabiscotti, ho fatto biscotti alla cannella che da sé non prevedevano molta lavorazione. E poi questi chicchi di caffè.
Qui la manualità conta eccome, Flavia pensava addirittura che avessi utilizzato uno stampino, mentre mi sono solo limitata invece a seguire le dettagliatissime istruzioni di Sonia. Niente stampini. Ho diviso l’impasto in tantissime palline da 15 grammi e gli ho dato la forma ovale. Un coltellino affilato ha fatto il resto. E qui so che Cristiana sta sghignazzando.
Dovete sapere che lei mi chiama Bernacca, per la mia fissazione con le previsioni del tempo e le mie capacità di previsione, ma mi canzona anche perché io peso sempre in grammi precisi tutto, e ho anche un bilancino da pusher preso in falegnameria, che mi serve per pesare quelle grammature così basse che una normale bilancia da cucina nemmeno riconosce. E così quando in chat chiedo che so, a Federica o Flavia, una ricetta e me la riassumono con un mero elenco ingredienti a sentimento, io vado in crisi e Cristiana risponde – “Ditele i grammi se no la mandate in confusione e non ci dorme“!
Pesare tutto in grammi ed essere molto precisa soprattutto nel fare i dolci, per me è di fondamentale importanza. I dolci non li so fare, e li seguo alla lettera, senza aggiungere nulla per gola mi limito a seguire i procedimenti. Forse per quello, quando mi vengono bene, li fotografo, li pubblico e non li ripeto più.
Questi biscotti sono buonissimi, non troppo dolci, dallo spiccato profumo di caffè, contenendo al loro interno sia la polvere (ho utilizzato la polvere delle capsule Caffè Borbone che è quello che uso da mesi) sia una tazzina di buon espresso. E soprattutto, la presenza di solo albume all’interno dell’impasto, fa in modo che lo spacco sulla frolla in cottura si apra, ma il biscotto non si modifica affatto nella forma, ottenuta con tanta pazienza lavorando una pallina per volta.
Parlo di pazienza perché con le dosi indicate vengono fuori 50 biscotti!!!
Ho adorato fare queste foto, per altro, perché dopo anni che mi erano stati regalati, ho potuto inserire in questi scatti degli oggetti avuti in regalo da Pasqualina e da Lucia. Io faccio sempre così: ho tante cose, sia acquistate da me che regalate dalle amiche che conoscono e condividono la mia passione, e magari passano anni dal momento del “dono”, però poi capita l’occasione giusta per utilizzarli.