Biscotti di Prato con fichi e lavanda

18 Settembre 2017Valentina

Prep time: 10 Minuti

Cook time: 25 Minuti

Serves: 4

Lo scorso anno, Sara Sguerri è stata ambasciatrice per l’AIFB della Gn dei Biscotti di Prato. E siccome in amicizia tocca essere sinceri, affido a questo post una confessione… a me i Biscotti di Prato non piacevano fino al mese precedente la mia partecipazione in quanto contributor della giornata che la mia amica ambasciava. Forse perché avevo sempre mangiato “cantucci” confezionati, forse perché il Vin Santo con cui essi di solito si accompagnano, non era dei migliori… fatto sta che preparare questi biscotti secondo la ricetta originale che Sara stessa mi ha fornito, è stato un atto di amore.

Ma poi dopo averli preparati a mio gusto, e forse proprio per il fatto di essere stata io a prepararli, li ho amati. Certo, se l’ambasciatrice non fosse stata lei probabilmente non avrei contribuito a quella giornata del Calendario del Cibo Italiano, questo lo ammetto serenamente.

Anche Lucia ha partecipato a questa giornata proprio perché Sara ne era ambasciatrice, ed è proprio per questa ragione che alla fine fu un festeggiamento doppio, festeggiamento anche di quella Giornata dell’Amicizia che solo noi sappiamo perché ci faccia tanto ridere e che aveva avuto precedenti in tutte le giornate in cui una delle 3 era stata ambasciatrice nei mesi passati, dai panzerotti alle ricette di Totò, dall’impepata di cozze ai Pasticciotti leccesi passando per il Salame di Cioccolato.

Visto che ero in ballo, ho scelto di utilizzare come base la ricetta senza burro che ha utilizzato sara stessa per preparare i suoi a corredo del completissimo articolo e ho sostituito i pinoli con le noci (lasciando inalterata la quantità di mandorle) e profumato il tutto con polvere di fichi essiccati e qualche fiore di lavanda essiccato preso in Erboristeria con la certezza che fosse edibile. Avevo da consumare ancora qualche Moscione di Emilio, i fichi secchi (ma non troppo) che mio zio Rino mi invia ogni anno per sgranocchiarli durante la pausa natalizia, e che vende solo il fruttivendolo Emilio. I moscioni li ha solo lui, sono enormi fichi che, seppur essiccati, mantengono per via delle grosse dimensioni una morbidezza ineguagliabile.

Sebbene si chiamino biscotti, nome stesso che implicherebbe una doppia cottura (biscotto= cotto due volte), questi biscottini sono stati cotti una volta soltanto e lasciati indurire dopo il taglio classico in obliquo. E’ bastato solo seguire alla lettera le chiarissime istruzioni di Sara per avere un prodotto bello da vedere, rassomigliante all’originale e, sebbene un pochino eretici, con il gusto che volevo che avessero.

Ho preparato i biscotti di Prato due volte, devo dire. Nella mia intenzione iniziale volevo aggiungere i fichi secchi a pezzetti, ma con l’umidità del forno durante la cottura essi sono “rinvenuti”, lasciando delle parti scure, bagnate e crude all’interno del cuore del biscotto. Così ho deciso di essiccare i moscioni di Emilio, e ridurli in polvere, e alla fine questo stratagemma ha conferito un profumo molto accentuato ai biscotti, molto di più di quello che i pezzetti invece non gli avevano dato.

Questi biscotti, col nome di “murzette” li preparava anche mia nonna, prima che mio padre la sfidasse moralmente a prepararne di sempre più “duri” perché i suoi, per lui, erano sempre troppo “mosci” e a contatto con il liquore di turno, si sfracellavano. Anche dopo che lei iniziò a produrre, con somma soddisfazione del dentista di famiglia, tonnellate di “murzette” di cemento armato, per mio padre erano sempre molli, e così mia nonna si dedicò ai Rococò, dove poteva spaziare aggiungendo probabilmente anche del piombo liquido per farli “duri”. Alla fine si arrese e acquisito un amore, una passione e una esperienza che nemmeno l’Alma le avrebbe conferito, si stancò anche di combattere per i Rococò e diede vita ai suoi “taralli” col buco, enormi biscotti da pucciare nel latte che vorrei tanto pubblicare qui sul blog ma mia cugina Eleonora non è d’accordo nel condividere una ricetta tanto personale ed intima.

Con la raccomandazione di non chiamarli mai cantucci, e anche questo è ben spiegato all’interno dell’articolo di Sara, che potete leggere andando sul sito Aifb e cercando Biscotti di Prato come parola chiave, vi lascio la ricetta, senza burro.

Il bello di questa giornata e soprattutto dei giorni e delle settimane che la hanno preceduta è stato il fatto che, tutti i contributors hanno pensato che replicare la stessa ricetta sarebbe stato noioso, così tramite consultazioni con Sara stessa, e sondando i titoli dei contributi degli altri, hanno conferito ai propri Biscotti di Prato eretici, un gusto, un colore, un profumo assolutamente personale. Un piccolo dettaglio modificato o aggiunto, che ha permesso di avere oggi una carrellata di Biscotti di Prato, singolari nella loro particolarità.

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Biscotti di Prato eretico (con fichi e lavanda)

  • Prep time: 10 minutes
  • Cook time: 25 minutes
  • Total time: 40 minutes
  • Serves: 4

Guai a chiamarli Cantucci... anche se i miei biscotti di Prato hanno un profumo diverso, di fichi e lavanda.

Ingredienti

  • 300 grammi di Farina tipo 00
  • 210 grammi di Zucchero semolato
  • 3 + 1 Uova
  • 100 grammi di Mandorle intere con la buccia
  • 40 grammi di Noci
  • 1 cucchiaino di Fiori di lavanda essiccati EDIBILI
  • 4 Fichi secchi polverizzati

Procedimento

  • 1)

    In una ciotola, unire lo zucchero alla farina setacciata, le 3 uova (l’altra serve per spennellare la superficie dei filoncini prima della cottura in forno) e la lavanda ed impastare fino ad ottenere un morbido impasto a cui incorporare la polvere di fichi secchi, le noci sminuzzate e le mandorle INTERE.

    Formare dei filoncini, spennellarli con uovo sbattuto in superficie con un pennello in silicone alimentare, e infornare in forno preriscaldato in modalità statica per 25/30 minuti a 210°C.

    Sfornare i filoncini non badando al fatto che siano ancora tendenti al morbido, lasciarli riposare 15 mintui (non di più) dopodichè procedere ai tagli obliqui e lasciar raffreddare i biscotti (che così si asciugano anche all’interno prendendo aria) per almeno 2 ore.

    Servire accompagnati da buon Vin Santo (o Zibibbo, in mancanza del primo vino liquoroso).

Note

Ho provveduto personalmente all’essiccazione dei fichi secchi, per poterli avere duri abbastanza da essere disidratati prima e triturabili poi. Non è necessario questo passaggio, ma utilizzare dei fichi secchi a pezzetti potrebbe compromettere la croccantezza interna di questa variante del Biscotto di Prato.

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