Due settimane fa è successa una tragedia. Stavo proprio scattando le foto di questo post quando mi sono accorta che sullo schermo dell’anteprima fotografica che vedo sul tablet attraverso la Flashair, la foto era piena di macchie, come un cucciolo di cane dalmata. La più evidente, si trovava in alto a destra, voi ora non la vedete perché con la santa pazienza e invocando tutti i santi del calendario, le ho cancellate col timbro-clone, ma fidatevi, c’era da impazzire.
Come prova del 9 ho inviato le foto originali, senza ritocco, a Sara e Lucia nella nostra chat di Whatsapp, e a Lucia S. di Flashpartenopei, eccellente fotografa di scorci panoramici o dettagli della sua (nostra) amata Napoli. Ho detto loro che c’erano delle macchie scure, ma hanno fatto fatica ad individuarle. In effetti l’aver iniziato a fare foto molto “piene” le ha confuse tra i vari cazzabuboli, anche l’aver scelto di fare delle foto tendenti allo scuro ha aiutato. Ma le macchie si vedevano. Per Sara e Lucia molte di esse si confondevano con le macchie VOLUTE dello sfondo, ma Lucia S. in particolare ha avuto un mancamento, e con la franchezza che la contraddistingue mi ha detto che una macchina fotografica, dopo un tot di scatti, va mandata in pensione. Ragion per cui molte reflex che si trovano in vendita usate, appartenute ai fotografi di stirpe, recano il numero degli scatti fatti accanto alla descrizione “come nuova”. E’ una questione di onestà, nel dire fuori è nuova, non ha graffi eccetera, ma sappiate che il sensore si è scocciato. E io così ho fatto. Dopotutto la avevo da 6 anni, mio padre me la aveva regalata, ma acquistando un modello base, data la mia proverbiale insofferenza.
Solo che le reflex non sono proprio economiche, e dopo due interventi di Oliva ci sto pensando bene prima di fare un acquisto spropositato. Ho individuato una reflex di resa medio-alta e la prenderò tra qualche giorno (appena arriva lo stipendio il 27), intanto beneficio di quella di Roberto. Ha anche provato a sistemare la mia comprando un kit di pulizia specchio e sensore, ma ho paura che abbia peggiorato la situazione.
Fatto sta che a breve avrò una reflex nuova, anche se voi di fatto non vi siete accorti di niente.
Detto questo, oggi vi presento una ricetta che vi OBBLIGO a rifare. Senza se e senza ma. Perché una morbidezza simile, una dipendenza tipo tossici, vi assicuro che non la avrete mai più (a meno che non vi drogate ahahahah). Avevo visto questi paninetti sottoforma di pizzette sul profilo Instagram della mia amica Simona Milani, autrice del blog Pensieri e Pasticci. Ed ero rimasta attratta dalla frase “impasto con la mozzarella”, tant’è che nel commentarla ho taggato subito le stesse Sara e Lucia dicendo “queste dobbiamo farle”. Eh sì, perché abbiamo provato a preparare tutte e 3 insieme degli snack industriali fatti in casa, e assodato che Puff e Fonzies non si possono fare, abbiamo poi optato per tortilla chips (o nachos) che sono venuti bene solo a me, ma che agli originali non ci somigliano comunque per niente. Tanto valeva fare qualcosa di affidabile e che sarebbe riuscito di sicuro bene.
Ci ho messo un po’ per fare la ricetta, perché sempre tornando al discorso quarantena/spesa in prossimità/Eurospin, io volevo una mozzarella buona, giacché la dovevo frullare ed impastare, e crocifiggetemi pure, quella di Eurospin non volevo usarla. Ho aspettato di poter andare al CTS e prendere una Cuomo.
Il risultato lo vedete nelle foto, tanti bottoncini (non me ne voglia Simona, ma ho trasformato quelle che in origine erano pizzettine in bottoncini, senza pomodoro, che già la mozzarella nell’impasto mi avrebbe uccisa, ma con le olive verdi) sofficissimi, che si mantengono morbidi fino a due giorni dopo, ben chiusi in sacchetti di plastica. Ne ho dati anche una quindicina a Roberto che, mangiati in macchina di ritorno a casa sua, quando gli ho chiesto “beh, come sono?” mi ha risposto: “Cosa? Tu non mi hai mica dato niente?” tipica frase che usa quando deve ammettere di aver sterminato qualcosa senza nemmeno respirare tra un morso e l’altro.
Ora che voi vogliate fare la mia versione a bottoncino con l’oliva (o col würstel, o con un pomodoro tagliato a metà, o con una cipollina, ecc) o che vogliate fare la versione pizzetta di Simona, questi panini sono assolutamente da rifare. Adattissimi ai pic nic, alle scampagnate, alle festicciole dei bambini e soprattutto ai buffet, i miei pesavano 25 grammi e in cottura hanno assunto una consistenza così leggera ed ariosa che da cotti pesano forse pure di meno (so che è scientificamente impossibile ma vi devo rendere l’idea). E li ho consigliati anche a Pasqualina, che dei buffet è regina. Possono infatti anche essere cotti senza alcun decoro in cima, e farciti dopo cotti, come fossero piccoli panini da mangiate in un sol boccone (due se siete nobiliari).