Qualche altra ricetta alla fine ce l’ho fatta nonostante tutto a prepararla per il blog. Il motivo per cui ho subito un rallentamento editoriale è un motivo fisico, che ancora non ho risolto. E che rende urgente a questo punto l’anticipare la visita dalla gastrenterologa e la gastroscopia. Lo avevo spiegato su Instagram in un post il motivo per il quale con molta probabilità sarei stata presente ma con ricette vecchie, e ve lo spiego anche qui.
Qualche sera fa, mentre cenavo col mio adorato sushi, ho ricevuto una brutta notizia da parte di una mia amica cara. Ha avuto dei problemi di salute gravissimi e un ECG ha rilevato un infarto laterale che però non è stato possibile determinare quando fosse avvenuto.
Ora credo che tutti sappiate che l’infarto è la mia paura più grande, mi paralizzo letteralmente quando ne sento parlare oltre al fatto che mi suggestiono così tanto che sento su di me il braccio irrigidirsi, le fitte in petto, scosse elettriche che partono dall’ascella e mi arrivano al seno lato cuore, sebbene sia consapevole che è solo suggestione. Ma quando si ha una paura così totale paralizzante ci sta poco da fare, non si ragiona. A ‘sto giro la notizia della rilevazione dell’infarto delle mia amica, che nel mentre mi mandava messaggi audio perciò stava tutto sommato bene, mi ha fatto bloccare lo stomaco, che mi si è indurito e gonfiato. Da quella sera qualsiasi cosa io ingerisca mi risulta indigesta, sto male, lo stomaco si rigonfia, indurisce, mi risale il reflusso acido, e ho la sensazione di vomitare senza riuscirci. Passo le notti insonni davanti a bollenti taniche di camomilla, con il solo risultato che riesco a recuperare le puntate delle serie tv che sto guardando, non riuscendo sempre a rimanere al passo (sì, ne guardo tante e tutte insieme).
Questo mi ha portata a cucinare praticamente solo riso bianco perché di qualcosa dovrò pur nutrirmi, nonostante il mal di stomaco da trauma, di natura ovviamente psicosomatica, e a rallentare la produzione di ricette per il blog, cosa che mi scoccia tanto soprattutto dopo che mi ero riproposta di fare tante ricette a base di zucca. Ma alla fine qualcosa d’altro sono riuscita a preparare, tipo i pancakes pubblicati venerdì scorso e queste brioche alla zucca, simili alle brioche col tuppo siciliane in quanto a consistenza e a sapore neutro tendente al dolce, e ancora un altro dolce che vi pubblico dopodomani. Troppi dolci di seguito su questo blog, vero? Non vi preoccupate, tornerò al salato spinto a breve. Ma è che la zucca, con la sua connotazione neutra tendente al dolce (a parte la Delica che è proprio dolcissima) porta a farci dei dolci.
Le mie intenzioni bellicose in cucina verso le zucche mi hanno fatto acquistare qualche giorno fa, in un momento compulsivo di adorazione, ben 4 zucche, tra cui una Delica, una Butternut talmente grande che somiglia a una cornamusa, e due Hokkaido. E dolci a parte, credo che ci usciranno anche degli gnocchi classici e una vellutata, di zucca ça va sans dire.
Sto sperimentando anche qualcosa di diverso da briochine e cakes vari che tutto sommato si trovano su ogni blog della blogosfera, ma non sempre i risultati sono buoni. Per esempio, ho fatto una pasta frolla con dentro la purea di zucca, ma è venuto fuori qualcosa di gommoso dal sapore cattivo. Quindi credo che sarà probabile che le ricette con la zucca si esauriscano questa settimana, almeno qui sul mio blog. Dopotutto, saranno due dolci, le brioche di oggi e un dolce che pubblicherò lunedì. E due dolci in così poco tempo tra uno e l’altro qui non si sono mai visti. Troppa grazia!
Mentre voi leggete questa ricetta e questo post io sarò a farmi la quarta dose di vaccino, nonostante tutti gli articoli di scetticismo che ci sono in giro, io mi affido alla mia esperienza e ai numeri dei contagi che stanno risalendo. a Breve mi nascerà una nipotina e voglio stare tranquilla di poter viaggiare, poterla vedere in tutta sicurezza. E poi aver fatto anche la quarta dose, aggiustata per tutte le decine di migliaia di varianti di Omicron, mi mette a pensiero tranquillo nei confronti della mia ansia. Non sono molte le persone che faranno la quarta dose, da una rapida indagine tra i miei conoscenti, scettici sulla sua efficacia, mentre io non lo sono mai stata al riguardo. Spero solo di non prendermi il febbrone che ho preso con la terza dose, che però è durato 3 ore e poi stavo già impastando come se nulla fosse stato.
La ricetta originale di queste briochine è della mia amica Valentina Masullo, autrice del blog Brodo di Coccole. Ho creato una rielaborazione di forma della sua treccia di brioche alla zucca, aggiungendo solo qualche grammo di farina in più, per avere una migliore gestione delle palline attorno alle quali annodare lo spago, che sono veramente morbidissime, e mantengono la morbidezza anche post cottura.
Sì la preparazione richiede diverse ore, ma per le brioche, perlomeno quelle ben fatte, ben lievitate e dal risultato digeribile, questo è il tempo che ci vuole.