Con le ricette di Anna, a me succede sempre la stessa cosa: una folgorazione per la foto e una spasmodica ricerca degli ingredienti tra frigo e dispensa. Sento irrefrenabile l’impulso a rifare le sue ricette, appena le vedo. E con queste chiacchiere salate è stato amore a prima vista. A sto giro le ho “copiato” anche l’abbinamento, con il capocollo (anche se ne ho trovato uno molto fibroso che ho usato quasi solo per le foto e poi le ho mangiate avvolte di speck) sebbene siano così versatili da poter essere accompagnate davvero con tutto.
L’impasto va steso con la macchinetta per fare la pasta, a meno che non abbiate la forza di Hulk nelle braccia e riuscite a tirare una pettola sottilissima. La forma è quella classica, il rettangolo con il taglio al centro, ma di fatto potete farle come più vi piace. Voglio dire, nessuno vi cazzia se decidete ad esempio di dare loro la forma delle bugnes lionesi.
Devo fare solo una piccola annotazione a questa ricetta, ossia che sebbene la prima volta che le ho fatte, il risultato sia quello che vedete in foto, quindi morbide seppur bollose, io ho sentito prepotente il retrogusto di bicarbonato. Sicché la prossima volta (perché le rifarò entro il fine settimana avendo ospiti), opterò per un pizzico di baking, o di lievito salato Pane Angeli (bustina gialla).
O forse userò il metodo della nonna di Margherita, sbatterò forte l’impasto delle chiacchiere, salate o dolci che siano, per fare sì che in frittura, vengano fuori bella bollose, senza aggiunte di lieviti o bicarbonato, proprio per niente.
Ne ho fatte poche, seguendo le dosi indicate da Anna, le ho stese con la sfogliatrice, necessaria perché ho la sindrome del tunnel carpale e non riesco ad usare il mattarello così come non riesco ad impastare a mano o aprire un barattolo. Me ne son venute fuori una trentina.