Da qualche mese faccio parte di un gruppo di amiche accomunate dalla passione per la cucina prima e dalla stima poi. Si tratta delle Pie Donne, poche ma buone, dove la parola Pie è un gioco di parole tra l’aggettivo “pie” (pure e caste, ahahahahah) e la parola inglese Pie, le torte simil Nonna Papera.
Lo scopo principale del gruppo agli albori della sua nascita era quello di condividere le ricette dei libri dedicati alle pies che ognuna di noi possiede, e di cucinarle, pubblicarle, prepararle insieme e condividerne successi ed insuccessi, dare consigli, suggerimenti, criticare costruttivamente una crust, decretandone un fallimento o proclamandone il successo.
Dopodiché la mission del gruppo è stata quella della preparazione, secondo rigide date e steps, del pudding di Natale (a cui io non ho partecipato perchè il “caccaviello” mi è arrivato ben dopo lo Stir up Sunday) che le mie compagne hanno mangiato il giorno di Natale appunto, alla ricerca del centesimo nascosto nell’impasto per avere fortuna in questo 2018.
Qualche giorno fa Roberta Cornali ha pubblicato una locandina presa dal Manor Farmhouse Kitchen di Catthorpe nel Leichestershire che il 15 febbraio organizzava la Pie Night, una cena tutta a base di Pies per festeggiare San Valentino in ritardo.
E così abbiamo pensato che fosse la occasione giusta per preparare anche noi, nel nostro piccolo, una pie, salata o dolce, decorata o meno, in versione pocket o supermega fastosa con tanto di caminetto per unirci virtualmente ai festeggiamenti del piccolo villaggio inglese.
Io ho preparato, per mancanza di tempo, una pot pie. In pratica si tratta di una pie che ha la crosta solo sopra, ma che si mangia in teglia e rimane molto liquida. La crosta, sfracellata ad hoc con la forchetta, serve come accompagnamento al cremoso e confortante ripieno.
La versione classica delle pot pie, quella di pollo, prevede verdurine un po’ ospedaliere, patate, piselli e carotine… io ho fatto una mescolanza di ricette, creandone una tutta mia, a mio gusto, unendo una ricetta di pocket pies di pollo al curry che mi hanno passato Elena e Federica, tratta dal libro sulle Pies degli Hairy Bikers, facendola diventare una pot pie monoporzione. Ho conservato il curry, ho tolto le patate, ho aggiunto i porri e il latte di cocco… Risultato mondiale!
Ho utilizzato delle mini cocottes di porcellana, ci ho versato dentro quello che si è rivelato essere il più cremoso dei ripieni, senza base di crosta, già precotto in padella, e le ho sigillate con la pasta pie crust degli Hairy Bikers, con la sola modifica della riduzione drastica della polvere lievitante. Con i ritagli ho creato delle decorazioni da applicare sulla crosta, ho messo due bocchette a stella a simulare due camini nelle cocottes più grandi e lasciata chiusa a tappo ermetico la più piccola, e ho mangiato da Re!
Come si mangia una pot pie? Semplice! Anzitutto calda (io tiepida perché ho fatto le fotografie). Si rompe la crosta, anche quella che deve scendere obbligatoriamente sui lati esterni della cocotte che userete, e la si sbriciola grossolanamente nel ripieno. In questo modo si prendono cucchiaiate (o forchettate) di ripieno cremoso e di crosticina croccante, e in bocca avviene il “miracolo”!
11 Comments
Elisa Baker (Flavia)
15 Febbraio 2018 at 11:38
BAH… cioè allora io che nella mia Pork Pie ci ho messo le carotine, i pisellini e le patate ho usato le verdurine ospedaliere??!! Doh… cosa ho appena scoperto aaaaaaaaaaaaaaaaahahahahaha
Come sempre leggendo i tuoi minuziosi post, precisi, esaudienti e con foto stupende, mi sento la solita capra, ma sono troppo contenta che siamo arrivate al giorno della Pie Night, e domani o al massimo sabato posto anche il mio brutto ma buonissimo pudding!
La tua ricetta è bellissima ed ispira troppo e dà un magnifico senso alle cocottine che giacciono inermi dentro al mobiletto in cucina! Da provare anche la tua pie crust con il baking… insomma s’addà pruvà e W le Pie Donne & Pies always :*
Valentina
15 Febbraio 2018 at 12:45
Se avessi avuto tempo ne facevo una fatta bene con tanto di uccello. Nei tuoi mobili giacciono le cocottine, nel mio un uccello polacco per pies, a fiori, una roba che il kitsch al confronto è nulla! Ma lascia che torni da Milano e procedo con una pie comme il faut! Le verdurine a trittico (patate, carote e pisellini) ebbene sì, sono proprio San Camillo ahahahahahahhah ci manca la zucchina, ma vivaddio ancora non è di stagione 😀 Comunque se io avessi la certezza che mi darebbero quella tua pork pie, mi farei ricoverare anche adesso!
Patrizia Greco
15 Febbraio 2018 at 18:07
all’uccello polacco sono morta dal ridere…
comunque mentre voi conservate ninnoli nei cabinets… io adesso so come utilizzare il latte di cocco in bella vista nella dispensa, perché qui andare al supermercato ormai e’diventato un gioco perverso… ieri sono tornata a casa con la melassa al melograno.
Buonissima ricetta e l’idea di metterla nelle cocotte mi e’ piaciuta tantissimo risolve la mia pigrizia!
un abbraccio!
Valentina
15 Febbraio 2018 at 18:17
Dopo nel gruppo Pie ti taggo nella foto dell’uccello polacco ahahahahahahahhahahhah. Mi fa piacere che ti piaccia l’idea delle pot pies, e il latte di cocco io lo uso ovunque, e devo dire che qui ci stava alla perfezione., Toglie subito il San Camillo di mezzo e ti porta direttamente in Paradiso!
Pellegrina
9 Marzo 2018 at 22:59
Per piacere che lievito hai usato? Quello di birra secco? Immagino non quello per dolci? Grazie.
Valentina
12 Marzo 2018 at 8:04
Buongiorno Pellegrina, ho utilizzato la Baking Powder americana, di Clabber Girl. In alternativa si può utilizzare il lievito secco Pane Angeli, quello giallo, per impasti salati. Ad ogni buon conto è una quantità davvero minima.
Pellegrina
20 Marzo 2018 at 22:38
L’ho fatta e ho usato un lievito generico tipo baking; diciamo che una cosa che mi aveva attirata della ricetta proposta era stata proprio la riduzione operata sulla quantità di lievito. Mi è piaciuta assai e l’intingolo resta decisamente cremoso. Vorrei provare anche il tuo coniglio ma non riesco a trovare un modo semplice di frullare il rosmarino, ho solo un frullatore molto grosso e ce ne andrebbe perlomeno un cespuglio.
Valentina
21 Marzo 2018 at 7:24
Non hai idea di quanto piacere mi faccia che ti sia piaciuta la pot pie. Ho adorato la cremosità del ripieno e sono contenta lo abbia ottenuto anche tu <3 Per quanto riguarda il rosmarino, mia madre utilizzava un frullatore per i vecchi frullati quelli con frutta e latte e zucchero, per intenderci, che non ha bisogno di essere riempito tutto. Io ho un piccolo tritatutto della Moulinex, che si solito utilizzo per fare le granelle di frutta secca, e lo utilizzo anche per il rosmarino. In effetti va tritato tutto insieme, con i liquidi, perciò se hai un frullatore di quelli da "frappè" forse dovresti riuscire 🙂 Resto in attesa del tuo giudizio anche sul coniglio.
Pellegrina
22 Marzo 2018 at 22:53
Il frullatorone classico ce l’ho, solo è davvero molto grosso e quando non c’è abbastanza roba dentro la schiaccia sui bordi e non la trita. Però posso fare una prova. Qui ci sono ottimi conigli e una ricetta per questa ottima carne a torto trascurata è benvenuta.
Le pie le ho scoperte a Oxford ed è stato amore a prima vista. Poi le ho ritrovate da Flavia e ho capito che si potevano fare. Però la tua è la prima ricetta che abbia sperimentato. Cremosa lo è assolutamente, non c’è dubbio. Inoltre il fatto che non ci siano patate la rende anche leggera.
Valentina
23 Marzo 2018 at 6:17
Mi fa un immenso piacere, davvero grazie di cuore!
Valentina
23 Marzo 2018 at 6:50
Si, volutamente ho escluso la possibilità di inserire le patate perchè ho anche pensato che avrebbero assorbito quella cremosità che ho tanto amato.