Ultimamente, come vi ho già scritto, sono poco in forma, sia per acciacchi miei che sto indagando con specialisti, sia per la morte di Cinzia.
A ciò si aggiunge anche la scoperta della cardiopatia di Babu, un altro dei miei cani, che ho adottato due anni fa, già anziano e con una storia alle spalle che Oliver Twist scansati.
Ciò che mi spinge a mettermi ai fornelli (mentre la sola voglia che avrei è quella di accendere la friggitrice ad aria e cuocermi l’ennesima schifezza prefritta e surgelata) è la collaborazione in atto con Degustabox.
Ogni mese mi arriva una scatola con prodotti a sorpresa, e ne scelgo qualcuno per preparare qualcosa di veloce. A gennaio ho scelto il tè, per preparare gli scones della ricetta precedente a questa, il succo di frutta Derby Blue per preparare delle gelatine alla pesca DELIZIOSE (e che a breve vi pubblicherò), e poi ho usato le capsule compatibili Nespresso di Lavazza, per preparare delle ciambelline al caffè che mi avevano fatto molta gola, viste sul feed Instagram di Simona Scaiella.
Ho però significativamente stravolto la sua ricetta, perché lei che è ligia agli intenti light, ha preparato la versione all’acqua, mentre io la ho sostituita con una mescolanza di latte (o panna fresca meglio ancora) e caffè, ed ho aggiunto un uovo che lei non ha invece utilizzato. Inoltre le mie ciambelline le ho arricchite con una glassa morbida che avevo visto su un ciambellone di Chiarapassion.
Sono venute fuori delle nuvolette, fin troppo morbide per i miei gusti, quasi impalpabili se considerate il rapporto tra liquidi e la farina, con cui ho fatto merenda per 3/4 giorni (dopodiché la dose di caffeina assimilata mi aveva troppo resa simile a una pila elettrica e ho smesso di mangiarle).
Dovete sapere che da due anni ho smesso di bere il caffè classico, riducendo tra l’altro le tazzine giornaliere da 5 a 1. E il solo caffè che bevo, al mattino, nel latte, è decaffeinato. Quindi immaginate quanto posso essere stata stravolta da questa improvvisa assunzione massiva di caffè per deliziarmi con questi dolcetti.
Io di caffè quindi, come avrete potuto capire, ci capisco veramente poco, ma Lavazza è comunque un marchio che si difende benissimo tra tutta la concorrenza, da anni.
Io però ho dovuto mediare tra i decaffeinati, perché, blasonati o no, se gli togli la caffeina la zoza è dietro l’angolo. E così ho scelto il meno peggio, il Caffè Trombetta decaffeinato, in capsule compatibili Nespresso, sia perché quando bevevo caffè normale utilizzavo il costoso Nespresso (ogni variante che usciva ero la prima a comprarla) e quindi mi ritrovo la macchinetta, sia perché a me il caffè con la Moka viene “acqua acqua”.