Appena è partita la paura del Coronavirus, e ce ne andavamo ancora tutti bellamente a zonzo, mi ero stampata con la 3D uno stampo da biscotti a forma di corona. Volevo fare i Corona Cookies. Quando poi l’emergenza è divenuta reale, spaventosa, ed è stata dichiarata la pandemia, ho pensato che fossero dissacranti (salvo poi vedere chi, dopo aver visualizzato lo stampino nelle mie stories con la proposta dei Corona cookies, li ha rifatti, peccato che però fossimo in un momento in cui i morti già toccavano le 800 unità giornaliere, e quindi fuori tempo massimo per farsi una risata).
Una parola che però resta non offensiva e che ci mantiene ancorati a quelle sane abitudini che ci permettono di non impazzire del tutto, è l’Aperivirus. Dai milanesi ai trapanesi, da che mondo e mondo dopo le 19, e i fine settimana, si compie il rito dell’aperitivo, di quell’apripancia che in alcuni casi diventa “apericena” (madonna quanto odio questa parola) che serve a rilassarsi dopo una giornata di lavoro o che introduce il weekend di riposo e ludibrio.
In genere si beve, soft drinks per lo più, ma li si accompagna sempre con qualcosa di poco pretenzioso da mangiucchiare, per non ubriacarsi pure col Crodino. A parte chi fa l’aperitivo in galleria a Milano, dove probabilmente è Cracco che prepara gli stuzzichini, i bar e baretti più popolari hanno mangiarini di poca pretesa, poca spesa e molta resa, e così ho voluto prepararne uno anche io, con la pasta sfoglia comprata, Buitoni, e ciò che il frigorifero mi offriva (siamo in guerra, di necessità virtù).
Sono venuti fuori dei cornettini (non so arrotolarli, è ben chiaro dalle foto) deliziosi, che ho a stento salvato dalle mie fauci e dalla mia fame.
Ho riempito i miei con fettine di Gouda, la mia nuova temporanea passione, tagliate a “cerottini”, con prosciutto cotto, arrotolato in “sigarette”, da posizionare nella parte della base del triangolo che, arrotolato dovrebbe creare il cornetto (e non sto coso che è venuto fuori a me). Li ho spennellati col tuorlo di un uovo piccolo, appena salato, per colorarli visto che il forno di casa mia è rimasto sempre lo stesso, malfunzionante, e ricoperti di semi di sesamo. Una delizia. Io ci ho praticamente cenato. Ho utilizzato la pasta sfoglia senza glutine, voi utilizzate quella che preferite, che per altro è molto più buona anche se semplicemente aperta e messa in forno, mentre questa senza glutine io devo sempre, con mille ingredienti, “aggarbarla” per non mangiare borotalco compresso.
Per queste foto poi ho utilizzato la seconda delle due tavole nuove che mi sono preparata in questi giorni di quarantena, facendo dei lavori di spugnature e stucchi… le adoro entrambe, avevo mille altri progetti, ma ora anche andare di fronte casa da quello del legno per farmi tagliare altre due tavole, diventa rischiosissimo, perché non rientra nelle prime necessità, e così mi accontento delle 3 tavole che ho, per le foto delle ricette che preparo durante la clausura. Non è bellissima?