Oltre alla moda dei pancakes in miniatura, preparati lasciando quasi gocciolare l’impasto da una sac a poche con foro piccolo nella padella rovente, e girati alla velocità della luce con pinze da cucina e con la pazienza di Giobbe, esiste un’altra moda per questi pseudo-cereali da colazione. E’ quella dei mini croissant fatti di pasta sfoglia o di frolla, come nel mio caso. E vi assicuro che se avete già provato a fare i pancakes cereali, e avete bestemmiato, fare questi cornetti vi farà guadagnare un posto in Paradiso.
A prescindere dal fatto che la pasta frolla o la sfoglia le potete benissimo fare voi, io vi consiglio innanzitutto di usare quelle belle e fatte e arrotolate da supermercato. Esistono di tutte le marche, note e da discount. Io ho utilizzato sia la sfoglia che la frolla, entrambe di Buitoni.
Ma mentre il risultato con la pasta sfoglia è stato un flop, nonostante le centordici ore trascorse ad arrotolare croissant con occhiali da lettura inforcati, in cottura si sono aperti tutti, dando vita a minuscole e stortignaccole tortillas obese. Mi sono scoraggiata, non c’è dubbio al riguardo, ma la mia tigna (nel senso romano di testardaggine, non ho nessuna malattia) mi ha spinta il giorno dopo a riprovarci con la frolla sottile. Il risultato lo vedete in foto, ho ottenuto minuscoli (stanno su un polpastrello) biscottini a forma di croissant, che galleggiano nella tazza di latte (il mio è giallo perché è Zymil, senza lattosio), e che vi permettono di farvi una buona e confortante zuppona.
Ci si mette una vita e mezza a prepararli, vi avviso fin da subito. E se qualcuno vi chiede di prepararglieli, fatevi pagare! Perché ci perderete tanto tempo, un po’ di vista e di sicuro la pazienza.
Vi chiederete come mai, al pari tra pazienza e imprecazioni, ho deciso di preparare questi croissant e non i pancakes, a mo’ di cereali, vero? Ebbene c’è un motivo, e il motivo si chiama Post di Instagram. Ho infatti già in mente il copy con cui correderò la fotografia per il lancio della ricetta sui social, e farà molto ridere. Lo scriverò di sicuro dopo aver completato questo post per il blog, ma non posso lasciare a bocca asciutta chi non ha i social, e quindi non può leggermi su Instagram e di conseguenza sulla pagina Facebook di Profumo di Limoni.
Perciò ve lo riassumo.
E’ da qualche tempo, probabilemnte un paio di anni, che io e la mia amica Federica Bertuzzi, raccogliamo dal web screenshot con parole scritte male, sia italiane ma soprattutto straniere. Ogni tanto le rileggiamo e ridiamo come due scemunite. E abbiamo una classifica, al top della quale c’è questa parola: Croasson. Scritta esattamente così, che altro non è che la trascrizione fonetica dal francese di Croissant. Ebbene, non è stato un errore, non è stato il T9 (non è stato nemmeno lo zio, cit.), perché Croasson è stato scritto più volte nella stessa didascalia dell’autrice, anche lei foodblogger, che probabilmente pensa che sia quello il modo giusto di indicare i croissant. E sebbene ogni tanto spunti dal web un “bekon”, un “gesonfé”, per noi Croasson rimane il massimo!
E vi giuro che non fosse per l’indicizzazione su Google, avrei chiamato anche io questi croissant cereals, come croasson cereals.