Voi mi dovete perdonare. E mi deve perdonare anche Pasqualina, che da anni apparecchia insieme a me le tavole delle festività ricordevoli e non, di casa mia. Inizialmente mio mito, mio punto di riferimento per i lievitati e i buffet organizzati a casa mia, ora posso vantarmi dicendo che Pasqualina è una mia cara amica.
Ucciderò tutta la liricità di questi biscotti, seppellirò sotto un mare di lacrime l’austerità della capitale austriaca, ma dopo una puntata del Boss delle Cerimonie, in cui Don Antonio era ancora in vita, alla parola viennesi io associo una cosa sola: i “VALZI”.
Non il Danubio, non le palle di Mozart, nemmeno la Sacher Torte, ma oramai la mia mente è annebbiata da una delle puntate più tamarre del Boss delle Cerimonie.
Però poi la liricità torna, nello stesso momento in cui si addenta uno di questi biscotti assolutamente meravigliosi da vedere e ottimi da mangiare, di frolla montata, che Pasqualina ha plasmato a forma di S perfettamente, a occhi chiusi e su una gamba sola, e che a me sono venuti comunque a forma di S, ma come se la avessi scritta con la mano sinistra, trotterellando insieme ai trentatrè trentini.
La frolla che si usa per fare questi biscotti meravigliosi, è una frolla montata, e per la quale si utilizza la sacca da pasticceria, con una bocchetta a stella. E’ proverbiale oramai la mia assoluta mancanza di dimestichezza con la sác à poche, però devo dire che quando oramai avevo finito la frolla sulle due teglie che ho riempito di S ad cazzum, ci avevo preso la mano.
Come tutte le frolle montate, sono molto fragili, vi conviene farli raffreddare sulla teglia e poi con grazia ed eleganza spostarli su un piatto da portata dopo averli spolverizzati di zucchero a velo. E mangiarli entro il giorno successivo, perché poi tendono ad ammosciarsi (però questa è una raccomandazione superflua).
La loro caratteristica, essendo fatte di albumi, farina, zucchero a velo e tanto burro, è di rimanere chiarissimi. Perciò non vanno stracotti e una accortezza che vi si chiede nel prepararli è di armarvi di santa pazienza e di osservare il forno mentre cuociono. Dopotutto si tratta di 12 minuti ad infornata, che sarà mai!