Come oramai saprete, se avete avuto la forza e il coraggio di leggere più di 30 ricette e introduzioni sulle 470 pubblicate in questo blog (o anche la sola sezione del chi sono), io me ne frego della stagionalità delle verdure, in primis delle melanzane che, essendo tra esse quella che ha quasi gli stessi apporti nutritivi del pane che invece evito essendo celiaca, mangio tutto l’anno. Vi dirò, anzi, preparatevi, che ho pronte da pubblicare almeno altre 5 ricette con le melanzane e che, a costo di sembrare ripetitiva o monotematica, pubblicherò tutte entro la fine del mese. Fatevene una ragione.
Non disdegno nemmeno i peperoni, vi dirò, a volte facendone scorte, grigliandoli e congelandoli d’estate per beneficiarne in inverno, altre comprandoli proprio al supermercato, di serra, o che vengono da Israele, poco importa. Io le cose le mangio quando ne ho voglia. Unica eccezione i friarielli, che d’estate, pur a volerli pagare a peso d’oro, non si trovano.
Avevo salvato la fotografia di questi fagottini su Instagram, dal profilo di Gabriella Petrozzi, intenzionata a prepararli ad inizio della bella stagione, ma la prima volta che li ho preparati ho ricevuto, appena sfornati e col guantone ancora infilato, la visita del mio consulente assicurativo, a cui li ho serviti come stuzzichino essendosi presentato a casa ad ora di pranzo. Quindi niente foto all’epoca né prima né dopo la visita del tizio, perché ci fu una vera e propria razzia dei fagottini, fidatevi sulla parola.
E così ho deciso di rifarli ma tra una cosa e l’altra, tra una gita fuoriporta e un paio di settimane di calore che nemmeno all’Equatore, tra la morte di Goga che mi ha fatta sprofondare in una tristezza “che ancor non m’abbandona”, li ho preparati qualche giorno fa, col puro scopo di fotografarli (anche perché dovevo assolutamente utilizzare la reflex nuova di pacca che ancora non avevo nemmeno mai messo sul cavalletto professionale regalatomi da mia sorella al mio compleanno).
La ricetta è di una facilità ai limiti dell’imbarazzante, vi servirà un formaggio morbido (io uso Philadelphia, la ricetta originale di Gabriella prevede la ricotta, ma io non la mangio. Una alternativa che salva tutti è la robiola), della pasta sfoglia rettangolare, 2 zucchine e 1 peperone rosso. Che poi, dopo la spennellata in superficie con tuorlo e latte, aggiungiate o meno semini di sesamo come ho fatto io, è solo una ridondanza che potete evitare, perché sono buonissimi anche senza.
Farete un figurone con pochissima spesa e pochissima fatica, fidatevi di me.