Avevo adocchiato questo dolce, perché mi sembrava di facile fattura, sul blog di Cristiana, quando ancora era blog e non sito web. Si giocava al The Recipe-tionist nel turno che la vedeva vincitrice, e nonostante io non ami i dolci e preferisca sempre non farli se non costretta (da cali di zucchero, colpi di fulmine con dolci visti in foto preparati da abili colleghe blogger o richieste specifiche), il Far alle Prugne di Cristiana mi aveva attratta da subito.
Però, colpevole il mio coinvolgimento a 360 gradi in un altro progetto, sono arrivata lunghissima alla pubblicazione, e nel mentre già altre due blogger avevano preparato il suo Far Breton. Non mi andava di fare il tris, e così ho scelto un’altra ricetta, la vellutata di patate e porri, con cui partecipare al The Recipe-tionist sul filo del rasoio.
Tante cose sono successe nel frattempo, io non ho nemmeno più i vecchio blog DiVerdeDiViola su cui era stata pubblicata in origine la vellutata (ma la ho trasportata qui) e anche Cristiana ha lasciato il vecchio blog, e ha aperto un sito vero e proprio, correggendo il nome da beufalamode in Boeuf à la mode.
Abbiamo avuto io e lei un periodo di allontanamento, per mano di terzi, per fortuna recuperato con maggiore consapevolezza, col confronto, tant’è vero che venerdì ci metteremo in macchina direzione Bologna, e incontreremo altre 3 amiche carissime per un weekend di cibo e risate e a me è tornata voglia di preparare quel Far alle prugne che mi era rimasto nel pensiero.
Ho iniziato a documentarmi per scrivere qualcosa come premessa alla ricetta, non potevo certamente scrivere solo l’ho fatto perché mi faceva gola come succedeva ai cani di Pavlov col richiamo, e così ho scoperto che, oltre che con le prugne fresche, che ha utilizzato Cristiana, potevo fare il Far anche all’uvetta e con le prugne secche. Io adoro le prugne secche, sono stitica e da una vita le utilizzo al bisogno, e alla lunga han finito per piacermi, tant’è che ogni tanto le mangio anche solo per gola. Le avevo in dispensa così come tutti gli altri ingredienti, liquore incluso, e mi sono messa a preparare uno dei dolci più buoni mai assaggiati.
Sarà stata fortuna, di quelle con la C maiuscola, ma mentre a tutti un po’ si affloscia dopo la cottura, come accade alla maggior parte dei dolci della famiglia dei soufflè, il mio è rimasto perfettamente su. Teglia da 22 cm era richiesta e teglia da 22 cm ho utilizzato, solo che la mia era da “lasagna”, ovale, in ceramica e quindi parecchio alta. Sarà stato questo, o forse il fatto che il forno che ho cuoce benissimo ma non colora subito e quindi, per aspettare che la superficie fosse un po’ colorata, il far si è cotto (troppo) bene, senza restare molto “budinoso” e “ondulante” come probabilmente doveva essere… fatto sta che sono super soddisfatta, sia del sapore, che della consistenza che delle foto.
Ma dopotutto, quella del tenerci alle foto è malattia mentale, giusto? 😉
2 Comments
Luisa
7 Maggio 2018 at 0:44
Ho già preso nota della lista ingredienti, ho proprio voglia di assaggiare questo flan 😍
Valentina
7 Maggio 2018 at 8:08
E fammi sapere poi cosa ne pensi, dopo che lo hai preparato. Ci tengo!!!!!