Iniziamo subito col tasto dolente… perché “farfalle impazzite“? Non ve lo so dire e, credetemi, ho chiesto anche all’epoca al cuoco di bordo che mi ha insegnato questa preparazione, ma nemmeno lui sapeva perché si chiamassero in questo modo. Ma le farfalle impazzite sono il cavallo di battaglia dei miei pranzi estivi, e le preferisco addirittura all’insalata di riso che dopo anni mi è venuta a noia.
Il cuoco di bordo che ho nominato pocanzi si chiama Gigino (caspita, mentre lo scrivevo ho fatto caso al fatto che la maggior parte dei miei ricordi culinari si associa ad un Gigino) ed è stato il vicino di casa della mia famiglia per tutti gli anni che abbiamo posseduto una villa a Marina di Sibari, un tempo aperta steppa, ora meta turistica di prestigio sul litorale Ionico della Calabria.
Gigino era cuoco di bordo sulle navi mercantili che collegavano Napoli con i Caraibi e le Americhe e stava mesi e mesi per mare. Tornava però sempre in estate e raggiungeva la sua famiglia a Sibari, dove, strano a dirsi, lo aspettavamo anche noi vicini, sia per la sua allegria sia per le mangiate che ci facevamo assieme. E’ con mio padre e Gigino che di notte andavamo sulla spiaggia deserta a tirare “‘o sciavichiell’“, la rete che lui nel pomeriggio posizionava al largo con qualche boa di ancoraggio. E quei pesci li mangiavamo il giorno dopo, tutti insieme, in uno dei giardini a turno. E il primo piatto che accompagnava queste grigliate di pesce erano le farfalle impazzite.
A parte la panna, che potrebbe renderle pesanti agli occhi di chi legge, le farfalle impazzite sono deliziose e dovreste provarle tutti almeno una volta nella vita. I peperoni, che io amo e che stranamente non mi rimangono sullo stomaco per secoli, si preparano con la buccia, tagliati in losanghe e cotti con funghi porcini secchi rinvenuti in acqua bollente e cipolla dolce. Poca panna, poco pomodoro, una piantagione di basilico ed il gioco è fatto.
Si utilizzano di solito i peperoni rossi e quelli gialli in prevalenza, ma io aggiungo sempre un peperone verde, ma mai più di uno. A parte il colore, infatti, i peperoni hanno delle caratteristiche specifiche. Il rosso, specie se scuro, corrisponde ad un gusto intenso, quasi piccante. Il giallo pieno è quello dei peperoni più dolci e gentili, mentre se è venato di verde, o l’ortaggio lo è interamente, assume sfumature amarognole. Quindi, in genere mescolo peperoni rossi e gialli che si bilanciano regalando un insieme equilibrato nel sapore e gradevole nel colore e aggiungo un solo peperone verde, per puro cromatismo (ma anche no).