Tre giorni fa a casa mia è arrivato Lazzaro.
Vi chiederete, e chi diamine è Lazzaro? E’ il li.co.li, il lievito madre a coltura liquida, che mi ha spedito Pasqualina da Napoli. Si tratta di un licoli per altro molto blasonato, perché proviene nientepopodimenoche dalla pasta madre di Carmen Vecchione! Ad ogni modo, insieme a una marea di regali dolcissimi di Pasqualina, ho trovato questo profumatissimo “slime” pieno di bolle, che in meno di un giorno ha colonizzato il frigorifero.
A nulla sono servite le sue telefonate mentre Sda trasportava il pacco con dentro il mio Lazzaro da Napoli a Roma. Mi ha fatto ripetere il procedimento che avrei dovuto fare non appena fosse arrivato, almeno tre volte. Dovevo rinfrescarne subito 100 grammi. E secondo voi io quanti ne ho rinfrescati? Tutti e 250 quelli che sono arrivati. La mia unica fortuna è che avendo due cucine e quindi due frigoriferi, quello al piano di sotto è sempre vuoto, serve di solito per le scorte d’acqua d’estate, e così ci ho messo i vari vasetti con tanto di tacche, segnali, scritte, orari, elastici e chi più ne ha più ne metta.
Alla pubblicazione della prima fotografia su Instagram, Cristiana mi ha scritto preoccupata: Ti vedo già sulla cattiva strada! mentre io, con una risata isterica le rispondevo: Ma tu ne vuoi un poco, vero? Veerooooo?
Lazzaro è lì, chiamato così su suggerimento brillantissimo di Cristina Petrignani, affinché si “alzasse” come quello più famoso che camminava anche. Ad alzarsi si alza, ma anche troppo. E così in attesa che svolgesse la sua funzione sulla prima pagnotta che però avevo ricoperto di troppe aspettative e che alla fine è stata un flop, ho dovuto obtorto collo, cercare ricette che includessero gli esuberi.
Ho già individuato dei meravigliosi grissini che a brevissimo farò (al massimo domani Lazzaro va di nuovo rinfrescato), ma la prima cosa che ho voluto provare è stata questa focaccia di Ketty, particolare perché fatta con farina di farro e quindi un po’ diversa dalle altre di cui il web è pieno. E poi mi faceva piacere omaggiare la mia amica Ketty che con i lievitati è proprio brava, si trova a suo agio e le riescono tutti bene, insomma l’ho vista come una garanzia e così è stato.
Ho apportato pochissime modifiche alla ricetta, anche perché con il li.co.li non sono assolutamente pratica, ho solo aromatizzato l’acqua di idratazione perché avevo sì della farina di farro in casa, ma integrale, e avevo paura che il sapore fosse poco gradito. Ho lasciato che prendesse bollore e ci ho messo dentro un pezzetto di foglia di alloro fresco e un rametto di rosmarino. E ho lasciato che arrivasse a temperatura ambiente per procedere secondo la ricetta perfetta di Ketty.
Il risultato è stata una focaccia morbidissima, molto idratata, dal colore ambrato e finalmente avevo gli alveoli che ho sempre rincorso col lievito di birra senza alcun risultato. La pagnotta invece ha avuto un problema, era partita bene ma ho fatto un mix and match di farine (non avevo quelle della ricetta dell’amica di Pasqualina) e ho sbagliato il processo delle pieghe per dare idratazione, ne ho data troppa e quindi ha fatto una camera d’aria interna. Il sapore è molto buono, ma non scatterò nemmeno mezza foto per mostrare su Instagram il disastro. Ma ho dalla mia che è il primo tentativo di panificazione.