Avevo già sperimentato una volta l’aggiunta della patata lessa in un impasto, precisamente nella ricetta che non ho ancora pubblicato, delle focaccine uguali identiche a quelle dell’Esselunga, e così ho voluto utilizzarle ancora dovendole eliminare dal fondo del frigo durante l’ultima grande pulizia. Avevo dimenticato però quanta sofficità una patata lessa desse all’impasto, e lo ho ricordato al primo morso dato a questa focaccia esageratamente semplice ma altrettanto buona. Ignoro quale sia la combinazione chimica che consente tutto ciò, ma anche nei panini napoletani, in effetti, a ripensarci bene, si aggiungono dei fiocchi di patate (leggasi, qualche cucchiaiata del purè in fiocchi da scaffale) e vengono sempre morbidissimi. Indagherò e ve lo dirò anche se solitamente e di più ultimamente, voi i miei papielli non ve li leggete, salvo pochissimi casi (vero Luisa ed Alessandro?), e spesso penso “ma chi me lo fa fare?”.
La focaccia con le patate la avevo sempre snobbata, fin da quando l’Aifb le dedicò una giornata nazionale nel Calendario del Cibo italiano. Erroneamente pensavo ad una focaccia con sopra le patate, cosa che quando non preparo da me a casa, ma compro, di solito è sempre secca e dopo un po’ stolzo. E invece mi sono accorta solo di recente di quanto mi fossi per anni sbagliata. La focaccia di patate, le patate le ha dentro l’impasto, e dopo averla provata, non riesco quasi più a concepire un impasto di focaccia che non le preveda.
E paradossalmente la focaccia mi viene più alveolata (coi buchi) all’interno quando nell’impasto ci metto le patate, di quando la preparo senza, anche con altissima idratazione. E si mantiene morbida per giorni, sempre che ci arrivi al giorno successivo. Sì, perché la focaccia con le patate ha quest’altra caratteristica un po’ negativa: è una droga! Non si riesce a smettere di mangiarla, tal quale o farcita.
Riuscite a capire solo attraverso le fotografie quanto sia soffice? E’ un materasso morbido su cui tuffarsi, sormontato da una crosticina deliziosa, con mille bollicine croccanti che mantengono intatti i fiocchi di sale che andrebbero sparsi in superficie insieme all’emulsione tipica di acqua e olio. Mi dovete credere, sto sbavando come i cani di Pavlov anche scrivendo il post per voi. E chissà che durante il weekend non me la riprepari addirittura. Ho le favolose patate di Azienda Agricola Del Fosco, che mi sono arrivate da poco, pronte ad essere usate per questa focaccia, e soprattutto mi è finito il ciclo, che è un deterrente a preparare i lievitati, perché una diceria afferma che durante il ciclo il toccare gli impasti con le mani impedisca o blocchi la lievitazione. E così è.
Vi ricordate quando due settimane fa preparavo la torta per il mio ortopedico? Nello stesso momento avevo anche impastato la Challah, volevo portargli anche qualcosa di non definitivamente dolce, ma il ciclo mi era appena arrivato e ovviamente quell’impasto non ha mai lievitato, finendo nel secchio dopo ore di inerzia.