Non so perché, ma l’altro giorno, durante una estenuante partita di Scala 40, in cui vincevamo a turno, e avevamo scelto di contare “a chiusure” e non “a punti” e di arrivare a 13 per vincere, ho deciso che volevo ascoltare una canzone di Tony Tammaro (dopo averlo visto nelle foto di Ilenia Lazzarin, la Viola di Un Posto al Sole). Il problema è che non ricordavo affatto il titolo della canzone (era il Rock dei Tamarri) e così ho chiesto ad Alexa di riprodurre tutte le canzoni di Tony Tammaro. Alcune le ho cantate dall’inizio alla fine, altre le ignoravo… insomma mi sono fatta una cultura su Tony Tammaro.
Una delle prime canzoni della selezione di Alexa è stata Patrizia.
Eri la reginetta di tutta Baia Domizia,
avevi un nome semplice, il tuo nome era Patrizia
Eri una tipa splendida in mezzo agli ombrelloni,
stringevi nella mano la tua frittata di maccheroni…
La frittata di maccheroni (di spaghetti, ma a Napoli si dice frittata di maccheroni)… non la mangiavo da una vita e come segno del destino mia sorella nello stesso momento chiedeva a mia mamma nella chat di famiglia su Whatsapp quante uova ci volessero per fare una frittata con 250 grammi di spaghetti. Era un segnale divino… ho dunque interrotto la partita di carte e sono andata in cucina. Mezzo pacco di spaghetti Di Martino mi attendeva, da lì a sbattere 5 uova è stato un attimo, una macinata di pepe nero, una generosa dose di Parmigiano grattugiato e una mia aggiunta personale di prosciutto affumicato e pochi minuti dopo servivo la madre di tutte le frittate di maccheroni.
Mi sono “arricreata” come si dice a Napoli, ho goduto, sono rinata. Il caso ha voluto poi che quel giorno fosse il Sabato Santo, il sabato prima di Pasqua, e di solito pare che a Napoli si prepari proprio la frittata di spaghetti, per santificare la giornata e prepararsi, stando leggeri, ai fasti di Pasqua e Pasquetta (a Napoli e al Sud in generale, il concetto di “in bianco” e “leggero” è tutto relativo). Fasti, quest’anno, per modo di dire, dato che abbiamo trascorso la Pasqua chiusi in casa, la Pasquetta in giardino, al sole, che come beffa del destino, dall’ultima volta che si ricordi di Pasquetta col sole dopo il medioevo, ha toccato i 25 gradi all’ombra!
Una serie di concomitanze che mi ha fatto preparare il piatto giusto, nel giorno giusto, al momento giusto, semplicemente ascoltando Patrizia di Tony Tammaro.
Da lì al tuffo nei ricordi il passo è stato brevissimo. Ho ricordato di quanto facevo buttare il sangue a mia madre che la preparava ogni volta che, d’estate, andavamo a fare il picnic sul Pollino, con Cosimo e Sissi, Salvatore e Aurora, Marco e Adele, insomma tutti quelli che avevano la casa a Marina di Sibari in via Caserta e via Benevento. Tutti chiedevano a gran voce a mia madre di preparare queste sofficissime fette di frittata di maccheroni, ma io finivo sempre per non mangiarla. La trovavo asciutta e stopposa, e preferivo sleppe di pizza rossa o panini con affettato fatti da altri. E tutt’oggi, quando la preparo, evito di farla “arruscare” troppo fuori, gli spaghetti troppo bruciacchiati ancora oggi, a distanza di 30 anni, non li amo.
Così come tante altre cose che lei cucinava e io immancabilmente non mangiavo, e che invece ora preparo con cura e desiderio, oggi lei mi sputazzerebbe in un occhio. Per fortuna abita in un’altra regione e fino a data da DECRETARSI non mi può venire a trovare in missione sputo, congiunti o meno!
Ora, in una ultim’ora ho sentito che esiste qualcuno che fa la frittata di maccheroni al forno…. facciamo finta che io sta cosa non l’ho sentita proprio, ok? OOOOOCCCCHHHHHEEEEEIIIIIII?