Ho preparato questo piatto di pasta quasi 5 mesi fa. Avevo ricevuto un nuovo pacco pieno zeppo dei nuovi prodotti di Rizzoli Emanuelli per cui sono Taste Ambassador, e volevo provare i deliziosi filetti di tonno grigliati nella nuova confezione, che adoro, a forma di oblò. Hanno una pellicola trasparente, che chiude alla perfezione una scatola bassa di latta che può tranquillamente essere riutilizzata dopo il lavaggio per servire che so degli aperitivi ed antipastini di mare. Ma soprattutto sono belli, polposi, sodi e grigliati.
Non vi nascondo che la prima confezione che ho mangiato è stata da me divorata così, assoluta, accompagnata dal purè di patate: una delizia che non immaginate, perché quando il prodotto è buono e di qualità, non c’è bisogno di camuffarlo con altri ingredienti, profumi e sapori, va bene anche mangiato assoluto, anzi, forse è proprio da assoluto che se ne assapora la vera essenza.
Girovagavo nel blog di Clara Varriale alla ricerca del Casatiello Dolce campano (o Pigna) ed era perciò il periodo di Pasqua, e spulciandolo e segnando nei preferiti una marea di sue ricette da rifare e rielaborare, ho trovato la sezione dei piatti universitari. Quelli che magari ti prepari al volo, tra una pausa e l’altra dello studio matto e disperatissimo, quando la fame è l’ultimo dei pensieri, ed è soprattutto nervosa, perché le “chiuse” te le fai sempre e solo sotto esame.
Io ancora ho gli incubi, spesso tra quelli più ricorrenti (dopo l’essere uccisa a beccate dalle galline in una morte lunghissima e dolorosa) c’è proprio l’annullamento dell’esame di stato o della laurea perché dopo anni si accorgono che ho saltato un esame, o che la prof di matematica si ricorda che in 4a non mi aveva mai interrogata. E vi confesso che, semmai questi sogni si fossero materializzati, tipo il film Immaturi, io avrei mandato tutti a fanculo, col kaiser che mi rimetto sui libri, con l’arteriosclerosi che incombe.
Nel periodo dell’Università conobbi, attraverso il figlio di una collega di mamma, un suo collega di architettura, Claudio, che da Paestum viveva a Napoli e si laureava in Architettura, sebbene lavorasse da anni come chef in uno dei tanti Hotel della cittadina cilentana. Aveva affittato una casa enorme in Piazza Santa Maria La Nova, proprio fuori la Facoltà di Via Monteoliveto a Napoli, e lì ospitava tutti gli amici che nelle pause anche lunghe 2 o 3 ore tra una lezione e l’altra, volevano mangiare un boccone, cucinarselo da soli o unirsi a lui e ai suoi coinquilini, o studiare su uno dei tavoloni tipo mensa che arredavano lo spazio.
Una delle paste più buone che ho mangiato e che ho tentato invano di riproporre è stata una superba fusillata con zucchine, ricotta salata e tonno in scatola. E quando da Clara ho visto la pasta piselli (in barattolo) e tonno (in scatola), il pensiero è tornato ai meravigliosi anni della mia Napoli universitaria e a casa di Claudio.
Clara non me ne vorrà se ho usato i piselli freschi, in parte interi ed in parte ridotti in crema, ma quelli in barattolo proprio non ci riesco ad usarli. Per il tonno ho usato il Rizzoli Oblò di Mare, grigliato. Dire che è venuto fuori un piatto delizioso è riduttivo, ma ne ero certa vista l’infallibilità del palato di Clara.
La densità della crema di pisellini la decidete voi, ragion per cui le dosi indicate nella ricetta sono assolutamente indicative. Per il tonno utilizzate pure quello che volete, di sicuro a casa di Claudio non c’era il Rizzoli meno che mai il nuovo prodotto grigliato negli eleganti oblò, anche se, ammetto che mi sento di consigliarvelo a prescindere dal “marchettone”. E’ veramente buonissimo. Parola di una che non riesce a mangiare il tonno sott’olio, poi cotto. E’ la seconda volta che utilizzo il tonno Rizzoli in una preparazione calda, lo avevo già usato, il filetto di Tonno Rosa, per la preparazione delle sfogliette al tonno e ricotta di Montersino, ve le ricordate?
1 Comments
Ketty
17 Febbraio 2020 at 9:01
Questo primo piatto lo userò come Schiscietta da portare in ufficio 💓