Ho amato da sempre la Spagna e continuo ad amarla anche se, dopo il mio ultimo viaggio a Madrid non ci sono più tornata. La ho amata al punto tale che, pur essendomi fatta condizionare da una amica di mia zia nella scelta della seconda lingua da studiare all’Università (il tedesco, maleTetto) a discapito dello Spagnolo, quando sono venuta a Roma ho pagato di tasca mia un corso all’Instituto Cervantes per imparare questa lingua tanto bella.
Il fatto però che ad oggi io abbia quasi dimenticato del tutto il tedesco e anche lo spagnolo, è solo una appendice trascurabile 🙂
In Spagna ho fatto i miei primi 2 tatuaggi, nel Barrio de Chueca, il quartiere gay e alla moda di Madrid: la fatina che svolazza su una rosa dietro la spalla destra e il mio nome scritto in cinese sulla caviglia destra (sì, prima che me lo chiediate, ho fatto leggere a un cinese cosa ci fosse scritto e non è “scemo chi legge” ma effettivamente il mio nome).
In Spagna ho imparato ad apprezzare la paella autentica, non quelle zoze surgelate che si trovano in Italia, ho scoperto l’equivalente del Mc Donald’s spagnolo, il Museo del Jamon, dove ho mangiato, innamorandomene, le croquetas de jamon, crocchette di besciamella al prosciutto ma soprattutto ha avuto inizio la mia storia d’amore con i gambas a l’ajillo, letteralmente i gamberi all’aglio.
La ricetta in sé per sé è facilissima, fatto sta che io ero convinta che si preparassero in padella, e ci ho provato diverse volte. Eppure avrei dovuto ricordare che a tavola venivano serviti in questi coccetti marroni di terracotta, di cui ho casa piena. E così, alla fine, disperata, ho pensato di prepararli al forno. Eureka! Ho ottenuto i gambas uguali identici a quelli spagnoli.
Non immaginate che soddisfazione, soprattutto quando dopo averli preparati, ho sottoposto alla mia amica Silvia de Lucas Rivera la fotografia del risultato finale, chiedendole come ero andata, e lei ha risposto in toni entusiastici!
La ricetta è facilissima, basta avere gamberi di prima qualità e molto freschi. Oramai lo sapete che io gamberi non ne uso, preferendogli le mazzancolle. E’ risaputo che, in cottura, gamberi, gamberetti, gamberoni e mazzancolle si riducono, perciò per avere gamberi che in bocca diano una qualche soddisfazione e non diventino lillipuziani, le mazzancolle sono il formato ideale.
Chiaramente è inutile che io vi dica che, come dice il nome stesso del piatto, Gamberi all’Aglio, sarebbe bene evitare incontri amorosi, o primi appuntamenti dopo aver gustato la pietanza. Anche se l’anima degli spicchi d’aglio viene tolta, il profumo impegnativo rimane. Io sinceramente me ne frego. Serviteli con una baguette, perché in questo caso la “puccia” è un obbligo.