Con l’Epifania mi sono trovata a riflettere a quanto mi facesse piacere ricevere la calza, da piccola. e a dispetto della mia stazza, preferivo più trovarci dentro le caramelle che i vari snack più o meno strabordanti di cioccolato (detesto Mars, Twix ed affini, amo i Kinder Maxi e il Kinder Bueno ma all’epoca non esistevano e amen).
Forse il solo pezzo al cioccolato che ci trovavo dentro con mia somma gioia era l’elefantino Cote d’Or, che avevo la certezza venisse da casa di zia Rosa, dove non mancavano mai. Li ho di recente ritrovati, su Amazon, ma a parte essere la metà in grandezza di quelli dei miei ricordi, hanno dentro una farcia alcoolica che non riesco a tollerare, e che sono sicurissima gli altri non avessero (altrimenti mia nonna e mia zia, le delegate alla calze, non li avrebbero mai inseriti dovendo poi essere mangiati da bambini).
Nella mia calza ideale c’erano come sempre le Rossana, in numero importante, le girelle di liquirizia, le caramelle dure a forma di spicchio di limone e di arancia, i soldini di cioccolato, il carbone (che apprezzavo anzicheno), i Kinder barrette, le Morositas e le Fruit Joy, le gomme Brooklin alla cannella, le Tic Tac, la caramelle Club alla menta balsamica e delle caramelline Perugina, confezionate una ad una in carta dai colori pastello, fondenti, ricoperte di zucchero e a forma di zolletta di zucchero, che si scioglievano in bocca. Le mie preferite erano quelle al mandarino e alla banana.
Quando però mia nonna andava al Coloniali, un negozio che vendeva solo caramelle e cose per fare i dolci, oltre al caffè sfuso, mi prendeva sempre le gelatine di frutta, ricoperte di zucchero e meno appiccicose delle Fruit Joy. Inutile dire che le caramelle di oggi sono cambiate, le gommose sembra che se non ti si attaccano negli incavi dei molari non sono fatte bene, e spesso mi chiedo come facciano i bambini di oggi a mangiarle. Un tipo fra tutti: le Goleador. Vittoria ne va pazza, io al solo vederle vado a comprare il diluente per silicone.
Ad ogni modo, qualche tempo fa ho letto che la gelatina in fogli, che è il gelificante maggiormente utilizzato in pasticceria, non gelifica proprio tutto. Alcuni frutti, specie quelli acidi, tipo il kiwi, la “rimbalzano”. In quei casi, per quei frutti, serve usare l’agar agar, un’alga da usare in quantità ridicole, e sempre in proporzione 1:100. Non esagerate con l’agar agar però, perché innanzitutto non serve aggiungerne più di quello che richiede questa proporzione scientifica, e soprattutto perché essendo un’alga poi vi fa puzzare tutto di rete dei pescatori seccata al sole. Ho reso l’idea?
L’agar agar sembra una cosa difficile da reperire, solo perché ha un nome strano, ma invece si trova ovunque, la trovo anche io al paesello. Di solito sta accanto alle farine e agli amidi. Io utilizzo l’agar agar di Molino Rossetto, in pratiche bustine da 1,5 grammi ciascuna (così che non devo impazzire col bilancino da pusher, che vi serve in questi casi, quando si devono pesare grammature piccolissime) così devo solo pesare i liquidi a multipli di 150 grammi. Mentre la gelatina in fogli (o colla di pesce, per capirci) gelifica solo alcuni liquidi, l’agar agar gelifica “tutt’ cos'”, quindi datemi retta, procuratevelo, e tenetelo là, all’occorrenza (tanto ha scadenze decennali).
Queste gelatine le ho fatte con il succo di mandarino spremuto a mano e con un succo di frutta di lampone, un nettare che avevo comprato all’Esselunga. Il nettare di lamponi era bello denso e le gelatine sono venute di una colorazione mat o opaca. A differenza delle caramelle comprate poi, queste gelatine potete decidere voi se edulcorarle o no (in quel caso aggiungete quanto zucchero vi piace durante l’ebollizione). Io zucchero non ne ho aggiunto, per quelle al mandarino. Il nettare invece sono sicura che ne contenesse.
Largo alla fantasia dunque, sia nel frutto da utilizzare, sia negli stampi da scegliere. Io mi sono innamorata di questi a forma di dinosauro. Di seguito vi metto anche la foto delle gelatine che avevo fatto per Degustabox a Gennaio, col succo di frutta Derby Blue alla Pesca. Sono venute molto lucide. Il mio prossimo esperimento sarà col kiwi.