Di questa estate ho apprezzato una cosa soltanto, e non lo dico nemmeno a voce troppo alta: la temperatura ideale per le lievitazioni. Eppure ho avuto poche forze per preparare tutti i lievitati che avrei voluto, sfinita dal caldo e dalla gamba che ha ripreso a rompere le palle e a gonfiarsi e bloccarsi.
Lo so, in estate le gambe si gonfiano a tutti, ma la mia che già si gonfiava prima se solo sgarravo qualche passo in più o qualche minuto di più in piedi, è peggiorata. Addirittura in alcuni momenti, sotto l’aria condizionata, col corpo quasi ibernato, avevo la gamba così bollente che potevo cuocerci sopra un uovo al tegamino. Settembre eccolo e mi aspetta una serie di visite, straordinarie (per la gamba) ed ordinarie di routine per farmi affrontare un autunno a nervi abbastanza saldi.
Ho il cardiologo con l’ecocolordoppler, il ginecologo per il check sei mesi dopo l’intervento all’utero di febbraio, ho la mammografia, ecografia mammaria e visita senologica, insomma tutto il pacchetto prevenzione donna, eticamente obbligatorio dopo i 40, e che causa Covid rimando da due anni e onestamente, dopo tutto quello che ho passato, vi confesso che ho un po’ terrore di fare; le analisi del sangue in previsione di una dieta fatta seguendo le intuizioni di una dietologa di stirpe, la gastroscopia perché oramai anche l’acqua mi fa male (ma cambio gastroenterologo, a sto giro), e ho ancora l’ortopedico, da cui avrei invece fatto volentieri a meno di passare, anche perché devo fare due risonanze alle gambe e i tecnici mi cazziano continuamente perché non sto fermissima e immobile.
Per fortuna che la Casagit mi rimborsa tutto e qualche visita ed esame è in convenzione diretta, altrimenti una persona non so come faccia ad affrontare tali esborsi di denaro tutti concentrati in trenta giorni. Pazienza, vorrà dire che sposterò i miei acquisti compulsivi su Amazon al mese di Ottobre.
E ri-pazienza, vorrà dire che i lievitati li farò anche questo inverno, sfruttando i termosifoni e non il forno crematorio delle temperature estive che ho paura tarderanno ad abbandonarci.
Il solo lievitato che ho preparato sono queste girelle salate semplici, al Philadelphia (non so resistere al Philadelphia, lo ammetto pubblicamente) e prosciutto cotto affumicato.
Da quando ho scoperto che ai supermercati MD si trovano affettati particolari, spesso ci vado solo per quelli. Ho preparato queste girelle per la merenda dei figli di Svetlana, la mia ex colf che è tornata in Ucraina. Dovevo preparare qualcosa per loro per il lungo viaggio di ritorno verso il loro paesino vicino Vinnytsia e così oltre ai panini, ho preparato queste girelle sofficissime. Vere e proprie nuvole che, sono stata rassicurata, hanno mantenuto la stessa morbidezza anche il giorno dopo, conservate in un sacchetto di plastica e consumate sul pullman.
La ricetta è facilissima, il gusto lo dà il Philadelphia (lo uso spessissimo a casa, sia quello classico che quello alle erbe e quello al salmone, mentre non ho apprezzato la versione ai peperoni, pur amando i peperoni, né quella al prosciutto cotto) e l’affettato che si sceglie di utilizzare. In questo caso ho utilizzato del Prosciutto cotto affumicato di Praga.
Il profumo che si spandeva per casa durante la cottura delle girelle non ve lo so descrivere, dovete perciò farle e dirmi quanto vi sono piaciute da uno a dieci.
Quando preparo le girelle, di qualsiasi cosa siano, dolci o salate, trovo una grande soddisfazione alle mie manie ossessivo compulsive. Nonostante io dica sempre di me che ho poca manualità, le girelle mi vengono bene, mantengono la forma tonda e le spirali uguali nello spessore all’interno, e io vengo sublimata nella mia ossessione. Anche i Tomasini ragusani, preparazione tipica pasquale di Sicilia, mi procurarono la medesima soddisfazione all’occhio (vabbeh anche al palato, ovviamente). Stesso dicasi per la spirale di crema al limone su una torta sofficissima di recente pubblicazione (la trovate in homepage scorrendo in basso poco poco).