Lo so, sembra quasi assurdo veder comparire dei cuori in “casa” mia, ma quest’anno va così. Il mese di Febbraio è iniziato non proprio benissimo, e due giorni prima del mio ricovero e dell’intervento, ho voluto provare a fare da bastian contrario quale sono, i biscottini di vetro, quelli con le caramelle dure, che per anni ho cercato invano di capire quali diamine fossero.
Fino a qualche settimana fa quando, in preda a un momento di nervoso, ho scritto un cazziatone su Instagram, chiedendo a tutte coloro che nel tempo avevano preprato questi biscotti, di essere chiare e dire una volta per tutte, cosa intendessero per caramelle dure.
Era un testo a corredo dei dents de loup, pubblicati su Instagram dall’archivio, per fare sì che anche se io non sono nel mood, il mio profilo giri e vada avanti lo stesso. La caption ve la ricopio qui di seguito, anche perché serve a voi che mi leggete e che non avete Instagram, a capire di cosa parlo, e soprattutto a capire perché, nei commenti, ho avuto una enciclopedia di suggerimenti su quali caramelle, finalmente, utilizzare.
Oramai é cosa risaputa che io non faccio fatica a dire le cose fuori dai denti, anzi. Sono sempre pronta a dire le cose, soprattutto quelle scomode, in special modo se poi si tratta di cazziatoni urbi et orbi.
Le varie collaborazioni a formule varie qui su instagram (adv, no adv, giftedby, what a surprise, me la sono comprata da sola, eccetera) ha fatto perdere un po’ il senso delle cose per cui pare che citare il nome di una marca sia peccato mortale, a meno che non ci si collabori.
Per questa ragione sono due anni che bestemmio quando vedo i vostri bellissimi biscotti effetto vetro colorato, che mangiate o appendete alle finestre come Pollyanna o all’albero di Natale, nelle cui ricette a corredo spiegate pure lo spessore della carta forno ma arrivati alle caramelle da usare ve ne uscite con un asettico e fuorviante “caramelle dure”. Scusate ma che vuol dire?
Ma che cazzarola di caramelle usate? Perché per quante volte ho preso quelle che per me erano caramelle dure, tante volte i biscotti mi sono venuti di un orribile color bile affumicata.
Che vi costa essere precisi su un dettaglio che non é secondario ma piuttosto la caratteristica principale di quei vetrini color pastello?
Una volta sola, e non ricordo nemmeno dove, ho letto – “io uso le Ricola” – peró peccato che io di Ricola trovi solo quelle alle erbe di tutta la Svizzera, differenziate per cantone, ma nulla che sia di quell’adorabile verdino o rosino o lillino che viene fuori a voi!
Allora lo facciamo uno sforzo non pagato per dire a chi é cresciuto con le caramelline fondenti Perugina rettangolari con gli zuccherini, alla banana e al mandarino, quali benedette caramelle dure usate?
Mettete pure il link Amazon, ci clicco ve lo giuro, cosí prendete pure la percentuale, ma “uscite” nome, marchio e fotografie di caramelle dure che restino colorate e trasparenti.
Nei commenti, come vi ho accennato, ho trovato centinaia di suggerimenti di caramelle e marchi di caramelle, prove e testimonianze di esperienze personali, riuscite e non, con questa o quella marca, insomma un compendio universale sulle caramelle dure italiane ed europee, tra cui i Chupa Chups alla frutta e dai gusti non cremosi (ma quelli vengono sfumati nei colori, e io personalmente ho preferito non provarci nemmeno). Con mia sorpresa ho scoperto che addirittura le caramelle Ambrosoli al miele funzionano benissimo con questa preparazione, salvo solo il fatto che si posso avere solo caramelle con il cuore vetrato giallo chiaro. Caffarel, Miani, Sperlari, producono caramelle microscopiche e durissime, appiccicose al tatto ma che svolgono la loro funzione vetrificante e colorante alla perfezione, solo che prenderle su Amazon costa un occhio della testa, o perlomeno, per me che caramelle non ne mangio, era uno spreco vero prendere 5 chili di caramelle per utilizzarne forse una trentina di pezzi.
Fino a che una mia follower carissima, che è sempre generosa nei complimenti a me, ai miei fatterelli e alle mie ricette, alcune delle quali ha provato con successo, mi ha inviato una foto mentre era a fare la spesa in un supermercato di una catena unicamente settentrionale o forse solo lombarda, immortalando un pacco da 900 grammi delle caramelle dure per eccellenza. Marca Miani, il nome è Farfalline. Credo di sapere anche perché si chiamino farfalline: hanno la grandezza delle Zigulì (unità di paragone che credo sia universalmente conosciuta) e sono incartate singolarmente in carta trasparente, e nonostante l’incartamento sono piccolissime, Sembrano corpi colorati di piccole farfalle con ali trasparenti. Ma microscopiche.
Sfumature di verde mela, fuxia, arancio, viola (gusto uva, deliziose a dire poco) e giallo mi hanno fatta innamorare al primo colpo, e in men che non si dicesse, quel giorno stesso Laura me le ha spedite. Non potevo senz’altro aspettare Natale per preparare i miei biscottini di vetro, anche per ringraziare lei urbi et orbi, facendo capire che dietro i social non ci sono solo malati o stalker o persone invidiose e copione, ma anche persone carine, generose, che “tifano” per te.
Un po’ come la scena di Julie & Julia quando Julie inizia il blog e i lettori le mandano salsa piccante, o il crisco per fritture, o burro in scatole di latta. Credo di essermi sentita piacevolmente sorpresa e coccolata quanto lei.
Ho preparato con quelle caramelline, anche per distrarmi dal pensiero dell’intervento, due tipologie di biscottini di vetro. Quelli di oggi, con le sole caramelline alla fragola, con i cuoricini, e poi altri a forma di stella, multicolore, che pubblicherò sotto natale. E’ la stessa ricetta? Sissignore, ma ho visto blog con trenta tipi di torte di mele, tutte con gli stessi ingredienti ma con la forma variata, posso fare anche io una volta qualcosa che assecondi le mie inclinazioni e non quello che sarebbe bene fare?
Di seguito trovate la ricetta, che alla fine è facilissima, e che potete personalizzare con la vostra frolla preferita, purché sia elastica e fatta con lo zucchero a velo e non quello semolato che li renderebbe meno eleganti e lisci. Io uso la frolla Bimby, la faccio col Bimby ma con quelle dosi è fattibilissima anche a mano. Vi dò un solo consiglio: anche se son belli, utili, deliziosi, non utilizzate i tappetini di silicone (Air Mat) per fare questi biscotti. O Meglio, se volete, alla prima cottura cuoceteli anche sui tappetini di silicone, ma una volta che ci versate il trito di caramelle, trasferiteli su carta forno. Le caramelle sciolte si attaccheranno sul silicone senza mai più staccarsi (ne ho buttati due).
Qui vi lascio il link al blog di Lisa Fregosi, che tra tutte le persone che mi hanno dato suggerimenti e dritte sulle caramelle, mi ha detto di aver fatto a suo tempo un post dello stesso tenore, anche lei frustrata da questa genericità nell’indicare “caramelle dure”. Ci sono diverse opzioni, anche la tecnica dell’isomalto, con cui io non ho avuto tempo e modo di cimentarmi.
Buon San Valentino a chi ci crede e a me, buon onomastico e pat pat sulla spalla per essere riuscita al primo colpo a fare i biscottini di vetro che ho tanto amato e desiderato fare.