Prima che mi diagnosticassero la celiachia, attenendomi alle quantità dei vari elementi propostimi dalla dieta di Melarossa, che fui spinta a provare da Federica Bertuzzi, e che stava avendo dei risultati, sensibili ma li stavo ottenendo, preparai questi fagottini di pasta phyllo (carboidrato), che però fa più figo chiamare Hand Pies, ripieni della dose di pollo (proteina animale), di scarole (verdura) e di semi oleosi (grassi buoni) prevista per un pranzo di un giorno qualsiasi della settimana.
Mi piacquero così tanto che qualche giorno dopo fui punita dalla scoperta di essere celiaca. Mezza volta che avevo trovato la forma cicciona per una cosa invece molto sana da mangiare e non sentirmi nel reparto di lunga degenza del San Camillo, e poi scoprire che la pasta phyllo mi uccideva lentamente, anche se la spalmavo con l’acqua per fare aderire i fogli, e non col burro come la gola richiederebbe.
Io lo so che ora ho le mie lettrici che si sfregano le mani, perché dovrò abbandonare il mio amato burro, la panna, gli intingoli, non per la celiachia eh, ma perché, potendo mangiare 8 cose in croce, mi sono anche messa a dieta. E poi perché, la biopsia allo stomaco e al duodeno, necessaria per la individuazione della celiachia, ha conclamato anche la gastrite ulcerosa cronica, perciò davvero potrei pensare di andare ad animare la mensa del succitato San Camillo, inventandomi pasti un po’ più allegri. E invece no, perché, depurandomi da tutto ciò che la gastrite e la celiachia mi hanno tolto, è tornata in prima fila l’intolleranza al lattosio, che ho congenita, dalla nascita. E che oggi si è fatta spazio prepotentemente tra i miei mali.
Avete pena per me? Fate bene.
Ho pensato di fare una sezione di ricette gluten free, e di fatto, andando in homepage, la trovate, ma dentro ci sono tutte quelle ricette che già avevo, ed erano naturalmente senza glutine. Rimpinguerò questa sezione? Non lo so, ma nel frattempo pubblicherò tutto quanto avevo già fatto e che giace in una cartellina sul desktop che si chiama “Ricette da pubblicare”. Piene zeppe di glutine, di lattosio, di pomodoro (una delle tante dolorose privazioni che mi ha portato la gastrite).
Quelle più brave di me, riusciranno a sglutinarle (delattosarle è un gioco da ragazzi), io sono ancora nel crogiuolo del dolore.
Devo dire che comunque io a questo regime dietetico e disintossicante con pochissime cose che posso mangiare e non mi fanno male, mi ci sono abituata ben presto. Le spezie, le mie amate spezie, sono ancora lì a tenermi le loro mani tese, e mi aiutano a rendere meno triste il riso che mangio praticamente ogni giorno. Basmati, perché quello normale mi fa male (l’amido) o Venere. E l’abbinamento pollo e scarole lo faccio spesso, al piatto, un po’ brutto a vedersi quando faccio le foto col cellulare per il diario alimentare che mi chiedere il dietologo, ma effettivamente buono.
Certo dentro al fagottino di pasta phyllo era parecchio più buono, anche perché ci ho messo un po’ (veramente pochissima) di scamorza affumicata tagliata a dadini simil mirepoix, per tenere insieme tutto. Però tutto sommato resta una ricetta light, che si piazza a pieno titolo in quella che fino a settembre era la sezione più miserina del blog, le ricette light!