Sembro silenziosa, e probabilmente lo sono, fin troppo. Il dolore per la perdita di Ully non è passato e si traduce con una voglia ai minimi tollerabili di mettermi a scrivere, sia per il mio libro, sia qui sul blog. Però in compenso per quanto non ho voglia di scrivere, sto sempre al telefono e sto cucinando tanto, per il blog (e mangiando pure). Sto di nuovo malissimo con le gambe, provo a fare le mie camminate ma torno con la gamba di Polifemo con dolori tali che a volte penso che se me le amputassero starei meglio, pentendomene subito dopo eh. Ma i dolori sono insopportabili. E ci sono quasi sempre, anche mentre cucino, così ho detto che se li ho pur stando distesa, tanto vale mettermi ai fornelli.
Mi aspettano a breve nuove risonanze e nuovi consulti con l’ortopedico, e credo che un altro intervento non me lo toglierà nessuno. Solo che a sto giro l’artroscopia me la sogno, lui me lo disse, la seconda volta si apre il ginocchio, col taglio da Scarface, da veri uomini duri. E affronteremo anche questa, ma non ora, non con sto caldo, non in estate. Ci ripenseremo in autunno. Ora mi godo tempi favorevoli alle lievitazioni, la luce fino a tardi che mi permette di prendermela comoda a fare le fotografie, e che mi esalta i colori, senza farmi perdere tempo in postproduzione.
Se vi dicessi, infatti, che queste foto non le ho toccate proprio, mi credereste? Anzi, vi dirò di più, ho dovuto fare delle barriere alla luce di oggi, con i cuscini dell’arredo da terrazza, e con i pannelli, tenuti dalle casse di acqua. Un’altra caratteristica che mi contraddistingue, infatti, è quella di avere sempre il vento quando faccio le foto. Non ho mai quella gioia del tempo immobile, del fiorellino o della fogliolina che sia, che stiano fermi. Qualche giorno fa la mia amica Mariele, che conosce questa mia peculiarità, mi ha chiamata per chiedermi se per caso mi ero messa a fotografare qualcosa perché all’improvviso, mentre era in spiaggia, si è alzato il vento. Ed effettivamente era così.
Ho desiderato riprodurre questa ricetta fin da quando l’ho vista tra le pagine di una delle mie riviste di cucina preferite, Cucina Naturale. Credevo che fosse oramai troppo caldo per trovare un cavolo cappuccio viola tra i banchi del mercato, e invece due giorni fa ecco un bancale pieno, di cavoli viola e bianchi. E ne ho presi ben due, perché vorrei fare anche un contorno, visto da Giorgia Barbie Magica Cuoca, suo cavallo di battaglia in tarda primavera. Facile, veloce e colorato. La mia vita in questo periodo ha bisogno di positività, di gioie, di colori, di leggerezza.
Una cosa buona però c’è: il caldo anomalo di questo maggio che sembra agosto, mi ha fatto passare la fame. Ho preparato due giorni fa l’insalata di riso, ed ancora sta in frigorifero nemmeno a metà ciotola. In altri tempi l’avrei “punita” in modo severo e continuativo, col pensiero fisso di uno dei miei alimenti preferiti pronto in frigo per essere mangiato all’occorrenza. Ho anche comprato diverse cose dolci, perché nel mentre ho anche avuto un problema di calo glicemico che mi ha portato uno svenimento, però stanno là, pronte per essere mangiate ma non le tocco. Magari è la volta buona per iniziare non una dieta ma a mangiare meno e più sano.
L’hummus è una cosa leggera dopotutto, se non si tiene conto della tahine. Ma in questa ricetta ce ne sta davvero pochissima, un cucchiaio appena. Alessandro, il mio più caro amico, mi ha fatta ridere di gusto perché quando gli ho detto che avrei mangiato l’hummus, lui che ha gusti difficili mi ha detto, a me l’hummus piace ma solo come condimento del kebab. Nello stesso momento Vincenzo Schinella, autore del blog Prendiamoci del Tempo, a cui avevo mandato la foto in anteprima, mi diceva su per già la stessa cosa, chiedendomi dove fosse la parte “fat” del piatto, e dicendomi che lui concepisce la tahine solo come base in padella per la frittura.
Ad ogni buon conto giuro che proverò ad essere un pochino più costante, non da piano editoriale, non ancora, per quello si torna a regime da Settembre, ma prometto di tornare a scrivere qui più spesso. Perché nel frattempo ho ricevuto tra gli ultimi commenti al blog, attestazioni di affetto e stima da lettori silenziosi che non hanno i social e che mi seguono davvero per puro piacere. E quindi lo faccio per loro e come sprone per me.
Questa ricetta si prepara davvero velocemente, è tutto a crudo o già pronto. Ceci in scatola, tahine presa da Kathay durante la mia ultima sortita a Milano, direttamente in sede in via Canonica, uno spicchio di aglio, limone, olio buono e cavolo cappuccio viola a crudo. Io ci ho aggiunto qualche punta di asparago lessa, foglie di menta e granella di pistacchi, a decorazione del tutto, voi potete aggiungere semi di sesamo, bianchi e neri, o anche la paprika.
4 Comments
Laura Di Caro
23 Maggio 2022 at 21:34
Bellissima ricetta per me che adoro il cavolo viola. Devo procurarmi la Ragione.
Unico dubbio la menta che ho in abbondanza in giardino ma che sono sempre restia ad usare nei piatti salati. Fisima mia ovvio.
Grazie per la ricetta.
Laura
Valentina
23 Maggio 2022 at 21:36
Io la uso molto, ci ho fatto polpette, e le zucchine alla scapece, le melanzane alla stessa maniera che la memta fresca la chiamano proprio. Ma se preferisci ci sta bene anche prezzemolo, con cui l’humus classico nasce, e pure l’erba cipollina.
Stefy
24 Maggio 2022 at 17:44
Cara Valentina, anche io ti seguo solo dal blog, per il quale ti faccio davvero tanti complimenti: ricette originali, non scontate, ma anzi personalizzate, corredate da fotografie altrettanto curate. Oltre ad essere un invito a realizzare i piatti, questo blog è anche piacevole da leggere, per spontaneità e veracità (sono campana anche io!).
Continua così!
Valentina
30 Maggio 2022 at 10:57
Stefy, ti ringrazio veramente con tutto il cuore, per la costanza con la quale mi segui. Valentina