Ho visto per la prima volta questa torta, che definire torta non si può, sul blog di Federica Bertuzzi, la Blonde Femme. Leggevo la sua sezione dei Kitchen Diaries, che Federica ha ammesso candidamente (vivaddio) di aver preso come idea da Nigel Slater e i suoi libri così intitolati, e sono rimasta stupita dal fatto che con la sua descrizione così assolutamente di parte è riuscita a trasferirmi la voglia di avere del cocco a portata di mano in quello stesso momento, e di prepararla. Fosse solo per cercare io, di dare una definizione a questa “torta”, visto che oltre ad essere “impossibile” è anche indescrivibile, non paragonabile per consistenza ad altro.
Federica la ha preparata in uno stampo quadrato con carta forno, per poterla sollevare, io invece ho utilizzato due stampi, da 18 cm come la stessa Donna Hay suggerisce di utilizzare, ma più bassi, così da fare due generose monoporzioni del dolce, idea presa da Giulia del blog Ab Ovo.
Che consistenza ha? Non ve lo so dire, nemmeno dopo averla spazzolata tutta. Ma vi posso solo dire che è buonissima, che starete lì impazienti mentre si raffredda (intiepidisce, và), ad annusarla, spargerete un primo strato di zucchero al velo quando sarà ancora troppo calda, e allora andrete avanti e indietro, la toccherete trenta volte per vedere se la temperatura è giusta per la spolverata di zucchero definitiva e …. schiaff…. cucchiaio dentro prima ancora di fare la fotografia!
Federica consiglia, tra una decina di cucchiaiate e l’altra, di bere dell’acqua e limone… con la scusa che sgrassa e ripulisce, avrete la sensazione di non averne mangiata affatto e potrete ricominciare senza sensi di colpa!
C’è stato un momento storico del web in cui praticamente tutti hanno rifatto questa torta. Se si digita Impossible Pie su Google, senza nemmeno citare il nome dell’autrice del dolce, viene fuori il mondo delle blogger intero, dalla A alla Z. E all’epoca non si lesse nessun proclama su Facebook per rivendicazioni di maternità della ricetta che apparteneva in tutto, lista ingredienti e procedimento, a quella santa donna di Donna Hay.
La sola cosa che variava di blog in blog era la quantità di zucchero utilizzata nella preparazione del dolce, dai 150 previsti dalla Hay scendeva anche a 100 grammi, essendo il dolce di suo molto stucchevole seppur gradevole. Ed è per questo che Federica Bertuzzi consiglia il bicchiere di acqua e limone, in verità.