Oggi è Ferragosto. I più fortunati sono al mare, i mediamente fortunati sono in giardini o pinete o grandi prati a fare barbecue spettacolari in compagnia, i più sfigati come me stanno a casa, con tosse, raffreddore e influenza gastrointestinale.
E a Ferragosto si mangia uno dei piatti freddi per eccellenza, l’insalata di riso.
L’insalata di riso è una preparazione che mi è sempre piaciuta, fresca e relativamente veloce da preparare, ma si sbaglia spesso pensando che sia solo un assemblaggio di prodotti in barattolo preventivamente scolati dall’olio o dall’aceto di conservazione (tonno, sottaceti, funghetti sott’olio, olive snocciolate ecc).
Il riso, originario dell’Asia Minore e importato dall’India, è arrivato sui nostri campi e sulle nostre tavole durante la colonizzazione araba, tra il VII e l’VIII secolo, dopo essere approdato prima nella penisola Iberica. In Andalusia, un’ottima antenata dell’insalata di riso aveva guadagnato popolarità sulle tavole contadine già tra il 500 e il 600: la paella, fatta con riso, zafferano e ingredienti di facile reperibilità. Dalla Spagna poi, il riso venne esportato in Italia nelle zone in cui era facile coltivarlo: al nord ma, all’inizio dell’era moderna, anche nella Sicilia occidentale.
Grazie al validissimo contributo spagnolo e alla nostra fantasia, nacquero quindi le prime versioni dell’insalata di riso anche in Italia: si trattava di un piatto freddo, da poter preparare in anticipo e conservare abbastanza a lungo.
Le origini del piatto unico nel bacino del Mediterraneo però si perdono nella notte dei tempi.
Già nella Roma Imperiale si utilizzavano ingredienti diversi per realizzare un’unica pietanza, come racconta Apicio, autore della prima raccolta di ricette della storia.
Nel Medioevo, poi, il piatto unico divenne una necessità dettata dalla povertà, ma nel tempo questa connotazione è decisamente cambiata e oggi il piatto unico ha tutto il fascino della convivialità, “simbolo di riunioni familiari o tra amici”.
Ognuno ha la propria ricetta per la preparazione dell’insalata di riso, anche se spesso ahimè si finisce per farla diventare la Fiera dei Saclà come amo definirla io. Di fatto ognuno usa gli ingredienti che predilige evitando invece quelli che detesta nella maniera più assoluta. I sottaceti, ad esempio, sono come i canditi: dividono in due l’opinione pubblica. C’è chi preferisce un’insalata di riso “veg”, per scelte etico-alimentari o semplicemente per restare leggero, e chi non concepisce l’insalata di riso senza würstel, tonno ed uova sode, ci sono coloro che detestano la giardiniera e chi ci mette dentro tutto ciò che frigorifero e dispensa offre. Alla fine della fiera però l’insalata di riso è un piatto che si condisce con un unico ingrediente fondamentale: la fantasia!
L’insalata di riso non deve essere per forza classica, a volte è sufficiente variare solo alcuni ingredienti o aggiungerne altri per ottenere insalate di riso inedite e gustose.
La versione di questa insalata di riso mi è stata suggerita da un carissimo amico, Francesco Messineo, siciliano doc e appassionato di cucina e di buona tavola come me. Pochi ingredienti, semplici, un condimento leggero ma incisivo grazie all’aggiunta della menta, mi hanno regalato un piatto da re.