Mi viene da ridere. Oramai ogni volta che dico e leggo “pollo al curry”, ripenso ad una scena forsennata a cui ho assistito su Instagram in cui una sedicente esperta di cucina indiana urlava contro chiunque dicesse pollo al curry. Una filippica nella quale le erano usciti gli occhi di fuori, credetemi. Sembrava quei predicatori simil sciamano che si infervorano così tanto che si strappano le palle da soli. Mi veniva da fare come Pennywise in It quando tormentava Richie, e ripetere “polloalcurry” migliaia di volte senza tirare il fiato per farla impazzire. La cosa vera è che a quella persona stavamo sulle balle io e un’altra ragazza, davvero esperta di cucina indiana, ed alcune persone fanno seriamente difficoltà ad accettare di non essere i vertici delle piramidi. Lei probabilmente credeva di detenere la scienza esatta della cucina indiana e vedere preparate ricette da altre persone, di gran lunga migliori delle sue, la fece sbroccare malamente.
Ad ogni modo, sebbene la formula esatta sia curry di pollo, laddove per curry si intende una zuppa di (pochi) liquidi e spezie nella quale ci si cuoce poi quello che si vuole, dai gamberi al pollo, dall’agnello al paneer, è con la formula “pollo al curry” che si identifica quello che è universalmente conosciuto (e a torto secondo me) come il piatto indiano per eccellenza, da chi però la cucina indiana di fatto non la conosce. E qui, lo sapete bene, di lectio magistralis più o meno urlate, non ce ne sono. Perciò continuerò qui ed altrove ad indicare come pollo al curry quella mescolanza cremosa e giallissima di pollo a dadini, cipollotto, zenzero e latte di cocco che oggi ho inserito nelle lasagne più buone del mondo.
Non sono una mia creazione, le ho viste da Stephanie Cabibbo, la Mastercheffa nazionale, da cui ho spesso mutuato altre ricette per il blog. Alcune le ho lasciate tal quali, altre, come queste lasagne, le ho aggarbate secondo i miei gusti. Tant’è vero che vi lascio come sempre il link per vedere la sua ricetta, e nello spiegone del procedimento, vi dirò cosa ho cambiato (o aggiunto e sottratto più che altro) io.
Innanzitutto per me il pollo al curry si fa col latte di cocco, senza se e senza ma, e infatti lo ho aggiunto alla ricetta già perfetta di Stephanie. Ho poi preferito, anziché utilizzare il macinato di pollo, tagliare le carni di un succulento ed enorme petto intero, in una microdadolata, cotta nel wok con zenzero grattugiato, cipollotti freschi inclusi i gambi verdi e una carota, prima tagliata a julienne con l’apposito “coso” e poi ridotta in mirepoix, utilizzando olio di cocco vergine anziché burro, ghee o olio, che ha accentuato il profumo coccoso del ripieno scioglievole delle lasagne. Finendo poi con il latte di cocco, utilizzato sia per la preparazione del pollo sia, in parte, della besciamella.
Le zucchine le ho cotte a parte, “dadolandole” alla stessa grandezza dei cubetti di pollo, e cuocendole sempre in olio di cocco e spolverandole con la polverina gialla (io ho utilizzato un curry Madras di Tutte le Spezie di Mondo ma voi usate serenamente il mix da supermercato, non se ne avrà a male nessuno, credetemi).
Come sfoglia, ho utilizzato la mia adorata ed infallibile Sfogliavelo di Giovanni Rana (non è purtroppo un marchettone), stavolta nella versione classica, gialla, perché desideravo che al taglio il solo colore fosse dato dalle zucchine e dal curry stesso. E così è stato. Il taglio laser del quale sono oramai professionista è riuscito a mostrare una scioglievolezza che ha fatto sbavare tutti coloro che hanno visto in anteprima le mie fotografie, perché ero talmente entusiasta del risultato finale complessivo, che le ho spammate ovunque. E credo che le ripreparerò in questi giorni in cui mio fratello sarà a casa mia per qualche tempo.