Mia mamma, donna da sempre lavoratrice, è sempre uscita di casa molto presto al mattino, lasciando in cottura calderoni di lenticchie, o fagioli, o brodo, quasi tutti i giorni così che al nostro risveglio, io o mia sorella controllassimo la cottura e la ultimassimo.
Inutile dire che dopo anni, le lenticchie mi sono venute a noia e mi sono sempre rifiutata di rimangiarle, per non rivivere quelli che per me sono stati sempre dei “brutti momenti”. Poi però col tempo la cucina di mia mamma si è raffinata, il calderone di lenticchie si è trasformato in una zuppetta molto più chic, con aggiunta di rosmarino, evitando il concentrato di pomodoro che accentuava quel colore marrone per nulla invitante di una stracottura delle stesse e lasciandole meno brodose e più croccanti.
Oggi ho preparato la sua ricetta 2.0, risottando le lenticchie in un soffritto di sola carota e sedano e permettendomi di aggiungere solo 2 bicchieri di acqua ma continuandone la cottura con un buon vino bianco campano. Il risultato è quello che potete vedere qui nella photogallery. Il profumo, ahimè, non riesco ad inviarvelo, ma posso dirvi di provare a rifarle e non ve ne pentirete. Parola mia che, dopo anni, le ho rimangiate.
p.s. Mia madre non ammolla le lenticchie prima di cuocerle, io lo ho fatto, sia le lenticchie umbre sia le beluga, quelle nere, molto chic.