Sono anni che quando arriva questo periodo, non vedo l’ora di liberarmi della enorme quantità di uva fragola che il mio pergolato di 100mq mi regala. Inutilmente. Sì, mio padre ne è goloso ma non è che poi ne riesca mai a mangiare così tanta. Io e Nicoletta, quando usciamo in giardino e ci avviciniamo alla vigna, spizzichiamo qualche acino, giusto per rinfrescarci la bocca, e rivivere quel ricordo da bambine delle Big Babol all’uva, ve le ricordate? Juno attinge direttamente dai rami cascanti, poi mi sta male e io nomino tutti i santi.
E se ve lo state chiedendo la risposta è No, non l’ho piantata io quest’uva. L’ho trovata quando ho comprato la villa e me la sono tenuta promettendo all’ex proprietaria di casa di mantenerla, perché l’aveva piantata il marito defunto. Di sicuro non me ne curo proprio, si nutre con la pioggia, e se non piove per mesi io me ne frego altamente. Eppur non muore.
Il profumo è inebriante, lo ammetto, il colore delle foglie e dei grappoli regala alla mia vista quell’accoppiamento cromatico che tanto amo e con il quale avevo addirittura chiamato il vecchio blog (DiVerdeDiViola). Ma finisce là.
Il motivo vero è che quest’uva, essendo enormemente profumata e zuccherina, attira sciami di calabroni, che nella mia zona sono di dimensioni spropositate e che chiamiamo, per distinguerli da quelli neri, gli ammazzasomari. Hanno la grandezza delle mazzancolle, fanno il rumore di un elicottero e sono degli stronzi assurdi. Juno è stata pizzicata già due volte, gonfiandosi come una zampogna, e una sera a cena a casa dei miei vicini che amano mangiare fuori in giardino, siccome mi facevano sedere sempre sotto al lampione malgrado le mie malcelate reticenze, me ne è cascato uno addosso arrivato a 100 all’ora sulla lampadina a sfracellarsi, per poi cadermi addosso conficcandosi nella mia pancia. Risultato, shock anafilattico, adrenalina fatta in ospedale, e ho dormito seduta per 7 giorni, essendomi gonfiata fin dietro le reni.
Quindi di questo periodo io non vedo l’ora che quest’uva sparisca. Che sia per mano di un fulmine che la manda a fuoco, o per mano di qualche amico di amici che viene a raccoglierla per farne un vino che per giunta non si potrebbe nemmeno produrre perché è illegale.
Un paio di anni fa, avendomene chiesti un paio di chili Cristiana per farne una marmellata per partecipare al Recipe-tionist di Flavia, le portai due buste di quelle rigide del supermercato colme, e di chili forse ne erano 7.
Quest’anno Lorella una amica di Nicoletta è venuta a prenderne un po’ per farci anche lei la marmellata con le mele cotogne, e di chili gliene avrò dati 10. E non vedo l’ora che la prossima settimana il fratello di Nicoletta venga a raccoglierla tutta per vinificarla.
Però ad un certo punto, con tutta sta gente che usa la mia uva per farci la marmellata mi sono detta, perché a questo punto non farne qualche vasetto per me, e per farci anche il post sul blog? E così eccola, una marmellata dal colore meraviglioso, fidatevi, prodotta con un solo chilo di acini di uva fragola, e utilizzando finalmente il passaverdure a mano che mi regalò Luisa Sorrentino circa 3 anni fa.
Io ora l’ho chiamata marmellata, la differenza tra confettura e marmellata la so pure. La marmellata è solo di agrumi, tutto il resto si chiama confettura. Quindi questa mia si dovrebbe chiamare Confettura di Uva Fragola. Ma diciamocelo, a meno che non si è una di quelle persone precise, che parlano coi paroloni e che invece di cazzo dicono perdindirindina, le chiamiamo tutti marmellate. Ad ogni buon conto, questa marmellata di uva fragola non ha nemmeno la consistenza della marmellata, è molto gommosa, gelatinosa, e vi assicuro che non ha visto nessun addensante naturale (mela) né chimico (pectina). E’ una mera purea di uva fragola, zucchero e succo di 1 limone. Stop. E se non vi viene così, compatta e gelatinosa, vuol dire che l’avete cotta poco e vi fa l’acquetta sotto. Io vi ho avvisati.
1 Comments
Luisa Sorrentino
12 Ottobre 2020 at 9:03
E secondo te, ora io non filo dritta in cucina?
Ieri in campagna Mario ha colto l’ultima uva, fiori di gelsomino e di zagara…