Più passano i giorni e più Instagram per me guadagna punti rispetto a Facebook non facendomi pentire mai, nemmeno un secondo, della scelta fatta mesi fa di cancellarmi definitivamente da quel social maledetto.
A dire la verità non mi è mai mancato Facebook, nemmeno il giorno dopo la mia cancellazione definitiva. Le persone con cui volevo rimanere in contatto, avevano altri canali e mezzi con cui restare in contatto con me, altri, dopo il mio annuncio di prossima cancellazione si sono iscritti ad Instagram proprio per continuare a leggermi.
Su Instagram c’è meno ipocrisia, più contatti spontanei, senza alcun tipo di “appartenenza” o necessità di affiliazione, ti seguono perché gli piacciono le tue foto, quello che dici più o meno brevemente (beh voi lo sapete che io sono nata priva del dono della sintesi) e ci sono molte iniziative alle quali partecipo che non sono marchianti, come quelle gialle punzonature alle orecchie tipo le capre, che invece ti venivano affibbiate su Facebook, e che a fatica poi ti riesci a scrollare di dosso.
Soprattutto poi su Instagram non ci sono maestre e maestrine, non ci sono le varie Mamma Ebe con i loro stuoli serventi, gruppi di Rosario vari, o gare a chi ne sa di più, a ci si sente erede della pasticceria francese, le gare di rutti per decretare quale sia la pastiera originale. Instagram è molto più immediato ed inadatto a quelle tardone di Facebook tutte in puzzo di menopausa, che hanno bisogno di tenere contate le proprie pecore, per sentirsi capo di qualcosa.
Su Instagram poi non si ha nessun bisogno di cambiare di pochi grammi una ricetta per farla propria, al massimo ti fregano le foto ma poi tu contatti il servizio clienti e al 99% delle volte ti risolvono la questione senza messi punitivi.
E’ su Instagram poi che ho trovato profili molto interessanti, notizie su come affrontare al meglio questa quarantena, generosi consigli su dove acquistare online, su come farsi il lievito di birra in casa, e ricette veloci e sfiziose senza bisogno di fondere cristalli di zucchero uruguaiano per “mettere ‘a copp“. Attraverso una coppia di ragazzi veronesi, Babbuino Ghiotto, mi sono imbattuta in un profilo carinissimo, Niraj, indiano che vive in Piemonte, che regala le sue ricette con piccoli video su Youtube pieni di effetti speciali (o quasi). Ed è da lui che ho perso la testa per questi Masala crackers, a cui io ho dato una forma diversa, stampandomi con la 3D un peperoncino, simbolo universale per indicare, su un menu o in un ricettario, i piatti piccanti.
La ricetta di Niraj prevede l’utilizzo del prezzemolo fresco, sminuzzato finissimo a coltello, non perché il prezzemolo sia tipico indiano, ma perché mi ha confessato che a Novara, dove vive, non riesce a trovare il coriandolo.
Io invece quest’anno ho una piantagione di coriandolo in un punto dove nemmeno mi sarei aspettata di trovarlo, probabilmente dal vaso in cui lo scorso anno lo avevo piantato, alcuni semi sono cascati nell’aiuola sottostante, e ora vanto due “alberi” di coriandolo, che curo come fossero un neonato, in attesa che facciano i fiori, i semi, e si autoseminino.
Chiaramente la ricetta è personalizzabile al 100%, potete dosare le spezie a seconda del vostro gusto, o grado di tolleranza del pioccante o del pungente, sceglierle in base a quelle che vi piacciono o eliminare quelle il cui fetore vi è insopportabile (io non userei mai il fenugreek o la galanga), ma soprattutto, di questi tempi, potete usare quelle che semplicemente avete in dispensa.