Ho scoperto le spezie Ubena all’Auchan di Porta di Roma, che adesso non c’è più, qualche anno fa. Ero alla ricerca dell’aneto (fresco non lo trovavo, volevo provare a metterlo almeno secco in una preparazione che alla fine non ho fatto neanche più), e durante un sabato di zonzo puro con Roberto proprio in quel centro commerciale, mi sono allungata anche lì, certa di trovarlo.
Nulla di fatto per l’aneto, forse erano tutti a cucinare ricette greche in quel periodo, ma sono stata attratta da una confezione stupenda di aglio granulare. Mi direte e che c’entra? Niente! Ma la confezione non era la solita, classica boccetta di vetro col tappo di plastica, quanto piuttosto una elegantissima bustina in plastica traslucida, e sulla cima recava una pratica pinzetta salvafreschezza che, una volta aperta la confezione di spezie, avrebbe garantito una chiusura ermetica.
Sì, lo so, usate da anni e anni le mollette dei panni, ma volete mettere con la pinzetta nera, uguale alla confezione, e soprattutto della stessa grandezza? Sono sciccherie, che ne volete capire voi non scialacquoni!
Ho poi rivisto le spezie Ubena, che sono un po’ di nicchia, come sponsor ufficiale dell’ultima stagione di Masterchef Italia, e così ho inviato un po’ scoraggiata il MediaKit. Ebbene, dopo qualche tempo, l’agenzia che si occupa di Ubena mi ha contatatta per propormi una piccolissima selezione di prodotti da provare nelle mie ricette. Polvere di peperoncino, polvere di chiodo di garofano (nella confezione con la pinzetta sopra descritta) e il pepe nero macinato grosso.
E’ con quest’ultimo, che ho poi usato per qualsiasi altra cosa pepata che ho fatto in questi giorni, dal Casatiello alle sfogliatine di patate, dal gateau allo spezzatino, che inizio a presentarvi le spezie Ubena. E lo ho usato, appena aperto, per marinare un po’ delle freschissime mazzancolle che ho poi fritto semplicemente passandole in albume sbattuto e cocco rapé.
Amo qualsiasi cosa sia “coccosa”, e ho utilizzato il pepe, già sperimentato nell’accostamento ai gamberi, che nascono dolci di natura, con i gamberi sale e pepe, ed ho scelto di usare il pepe nero macinato grosso perché si sentisse benissimo a togliere una dolcezza eventuale doppia, data anche dal cocco, apoteosi della dolcezza in sé.
Il risultato è stato strepitoso, li ho fritti in un’Ave Maria e pucciati nella salsa agrodolce cinese che mi era avanzata dalla cena da asporto della sera prima. Chiaramente vi lascio anche la ricetta di una salsa agrodolce facilissima, identica a quella del ristorante cinese, da fare a casa, per le vostre (e mie) voglie, anche perché al supermercato normale non si trova, solo una sottospecie ma di altra texture, altra consistenza ed altro colore, della Calvè, che pure amo, ma non è quella che dico io e vedete in foto.
Salsa Agrodolce
di Trattoria da Martina
Ingredienti
1 tazza di acqua
1/2 tazza di aceto di riso cinese (o aceto di vino bianco)
1/2 tazza di zucchero semolato
3 cucchiai di concentrato di pomodoro (o salsa)
1 cucchiaio di Maizena (amido di mais)
2 cucchiai di salsa di soia salata
Procedimento
Mettete tutti gli ingredienti a freddo in un pentolino e mescolate bene con una frusta e poi ponete il pentolino sul fuoco medio; cuocete finché la salsa comincerà ad addensarsi, quindi spegnete e fate raffreddare.