Oramai, quando Fabrizio mi vede entrare in pescheria, al paesello, va direttamente al banco delle mazzancolle, sapendo che di certo le prenderò, dal chilo e mezzo in su. E quella volta in cui non le ho prese quasi mi ha cazziata dicendo “E come, oggi n’ le vòi?“
Anche se le prendo quasi sempre, ultimamente finisco solo per mangiarle, senza fare foto, perché di ricette con le mazzancolle, o comunque con i gamberi in generale, ne ho talmente tante sul blog che ho finito per creare la categoria dedicata qui di fianco. Ed è per questo che quando, sfogliando le riviste estere a cui sono abbonata, trovo una ricetta con i gamberi, la salvo per rifarla e per rimpinguare quella categoria che, vi confesso, è la mia preferita.
Una volta Letizia del blog Il Risotto Perfetto mi ha fatto un complimento bellissimo: come sai gestire le ricette di gamberi e col pesce tu, nessuno mai. E ho gongolato.
E’ per questa ragione che quando ho trovato la ricetta dei gamberi sottaceto, non ci ho pensato due volte e ho aspettato il martedì successivo per andare in pescheria e prendere un bel po’ di mazzancolle in più proprio per dedicarle a questa nuova preparazione. Tra l’altro, avevo appena piantato le aromatiche in giardino, e quest’anno su suggerimento di Cristiana avevo anche acquistato ben due piantine di dragoncello, elemento fondamentale per questa preparazione. Insomma, avevo tutto, dovevo solo iniziare.
Ho seguito alla lettera le istruzioni della ricetta, e ho atteso trepidante il giorno successivo per poter assaggiare questa delizia. Che vi devo dire, un sapore davvero particolare, una croccantezza delle mazzancolle e un profumo celestiale. E poi, beh, anche l’occhio vuole la sua parte.
Da quando ho aperto il barattolo, alla fine dello stesso, ho fatto avanti e indietro dal frigorifero per mangiarli tutti, uno per volta, come le ciliegie.
Sebbene siano perfetti su crostini di pane, tostato o fresco, anche mangiati da soli sono buonissimi. Sta a voi decidere se lasciargli la codina, per prenderli meglio dal barattolo anche con le mani, o se sgusciarli del tutto. Io ce l’ho lasciata, come la ricetta prevedeva, consapevole che sarei andata ad attingere dal vasetto più di una volta, e così è stato.
Se vi devo dire la verità, la prossima volta ridurrò la quantità di dragoncello, è una aromatica a cui non sono avvezza, e se devo dirla tutta, il sapore che ha non è dei miei preferiti. Dopotutto se questa aromatica non trova molti riscontri in piatti italiani un motivo ci sarà. Si sposa con poche cose, e la maggior parte dei piatti che lo contengono sono stranieri… Ma la prima volta che ci si avvicina a una ricetta, si deve prepararla così come essa è stata concepita. E quindi dragoncello è stato, in questo caso, ma nel futuro (troppo) dragoncello non sarà. Al momento un’erba alternativa non ve la so dare, ma credo che dopotutto, basti la foglia di alloro.
Quello dell’aceto e delle cipolle è un metodo di conservazione che di fatto avevo già sperimentato, preparando le sarde in saor. Il solo aceto è un ottimo conservante, mentre le cipolle contengono formaldeide naturale, il conservante per eccellenza. Le cipolle utilizzate sono state le rosse di Tropea, per un mero motivo fotografico. Un tocco di colore che si abbinasse alle bacche rosse di pepe ci stava benissimo, non trovate?
2 Comments
Daniela
27 Luglio 2019 at 13:27
Ma si possono conservare a lungo, oppure i vasetti vanno tenuti in frigo e consumati in pochi giorni?
Valentina
27 Luglio 2019 at 13:28
Vanno tenuti in frigo e consumati entro 3 o 4 giorni