Quando si tratta di preparazioni che includono le melanzane, io non ci riesco proprio a non fare dei mappazzoni. Che sia la pasta alla siciliana, che sia la parmigiana, e come vedete nelle foto, anche queste barchette ripiene di riso filante, sono diventate dei transatlantici. Perché io le melanzane le amo. A partire da quando le compro, mentre che so, di finocchi ne prendo il minimo sindacale per una insalata light di apparizione, le melanzane le compro a cassette intere. Mai meno di otto quando le prendo a peso.
Ed è la sola verdura che mangio tutto l’anno, perché anche se a dicembre non sono di stagione, ma sugli scaffali di qualsiasi supermercato ci sono, la mia amica diabetologa a cui spesso faccio riferimento mi ha detto che io, non mangiando pane o surrogati di pane o carboidrati senza glutine, devo mangiarle, necessariamente, perché sono la sola verdura che li sostituisce. Quindi alle onnipresenti scarole ripassate, ai funghi in padella come contorno o come codimento del riso in Instant Pot, ho affiancato le melanzane grigliate, che mangio quasi 250 giorni su 365, e che mi piacciono talmente tanto che a volte nemmeno le condisco.
Questa è una versione gluten free, non perché ci sia qualche specifico prodotto senza glutine, ma perché ho modificato una ricetta di Vincenzo Schinella, che le riempie di pasta, anelletti nello specifico, rielaborando così in maniera eretica il timballo palermitano, sostituendo alla pasta il riso. Riso che, si sa, è senza glutine, e così ne ho potuto godere e beneficiare io per prima.
Sì perché quando ho scoperto la celiachia, inizialmente volevo trasformare l’identità del blog, ma ci ho ripensato quasi subito. Ho continuato perciò a cucinare, masochisticamente, ricette con il glutine, non mangiandole, ma morendo di fame e desiderio ogni santissima volta.
Però poi, come in questo caso, ogni tanto mi premio e cucino qualcosa che posso mangiare anche io, che sia però naturalmente senza glutine.
Una versione più golosa e meno light di questa mia, che prevede la cottura del guscio in forno, è quella che prevede la cottura del guscio, friggendolo. Immaginatevi da soli quanto goduriosa possa essere la versione fritta, anche se vi dico che questa versione al forno le tiene testa tranquillamente, con un pizzico meno di sensi di colpa.
Così come tutte le preparazioni salate, non mi stancherò mai di dirvi che il ripieno è molto personalizzabile e varia a seconda dei vostri gusti. Io qui ho utilizzato la polpa interna della melanzana, cotta in padella con un po’ di olio, aglio, sale e pomodoro, e molto basilico, provola affumicata, riso al sugo, Parmigiano e basta. Ma nessuno vi vieta di aggiungere, che so, del salame a pezzetti, o del prosciutto cotto, dello speck, un po’ di nduja.