La prima ricetta che ho fatto per il blog precedente, diverdediviola, erano questi muffin, ripieni di cima di broccolo siciliano che, al taglio, svelavano un meraviglioso alberello. Facevano parte di una collezione di ricette per far mangiare le verdure ai bambini, ma in quel modo facevo mangiare i broccoli a tutti, perché diciamocelo, per noi i broccoli erano i friarielli e basta. Tutto il resto, cavolfiore incluso, per me puzzava solo. I friarielli stessi però io li mangiavo inizialmente solo col pane, taaaanto pane, mai a dirsi che li mangiavo senza, solo a forchettate. Potevo morire.
Dopodiché sono “guarita”, ho iniziato a mangiare i friarielli direttamente dalla pentola, con ustioni sulla lingua importanti (ma al friariello non so più dire di no), i cavolfiori, con la pasta che preparava mia nonna, e il broccolo solo se ricoperto da besciamella e gratinato.
Questi muffin, che avrei sempre prima o poi voluto rifare e metterli qui sul blog li ho rifatti proprio oggi, in occasione del venerdì light su Instagram in cui insieme ad un gruppo di amanti della cucina light e sana, prepariamo con un ingrediente in comune, proposte per le schiscette. Quando, dopo una votazione tra tutte, l’ingrediente scelto è stato il broccolo (che per fortuna ha vinto sul finocchio, altro ingrediente in gara), ho fatto la Ola, e ho immediatamente pensato a questi muffin, ricicciandoli fuori dal cassetto della memoria.
Non potevo non fotografare con la reflex, seppur ne possegga un modello che definire baracca è riduttivo, la sorprendente forma di albero che viene fuori al taglio netto, centrale, di questi muffin.
Ricordo benissimo che la prima volta che li preparai, avevo utilizzato delle rosette del trio rosette Orogel (non è una marchetta, ma mi piace dare info corrette a chi mi legge). L’albero era forse più preciso e meno stortignaccolo di questo, ma era di sicuro meno ramificato. Non sono elaborati, hanno poca farina, molto formaggio, e infatti la texture (e di conseguenza la consistenza al morso) è un po’ poco alveolata e molto soffice e spugnosa. Dopotutto per reggere e mantenere in basso senza farlo fuoriuscire in superficie, un gambuccio di broccolo, ci voleva un impasto più “strutturato”.
Ho scelto di preparare questi muffin anziché qualcosa d’altro, perché, dovendo far parte di una schiscetta, già da solo il broccolo non ha un odore proprio gradevole, figuriamoci cotto e freddo, in una schiscetta che si apre magari in ufficio, dopo qualche ora: ci potete uccidere le mosche! Qui invece il profumo si perde, lo si avverte solo al morso, e viene attenuato dalla robiola, che ho modificato rispetto alla ricetta di partenza in cui era prevista la ricotta, e dal Pecorino, altra variante che ho sostituito all’iniziale Asiago a cubetti.
Non vi aspettate che i muffin crescano granchè, anzi. Un broccolo intero ficcato nel mezzo, che per altro è bagnato perché prima vanno lessati, impedisce all’impasto di crescere bene. Perciò, quando li componete, mettere l’impasto quasi solo alla base, poi infilate il broccolo (vedete dalle foto, il mio toccava il fondo del pirottino praticamente) e dopo versate l’impasto sulla chioma dell'”alberello”, aiutandovi con una spatola a far sì che coli tutto intorno.