Olivette di Sant’Agata

7 Agosto 2017Valentina

Prep time: 20 Minuti

Cook time: 1 Ora

Serves: 8

La Festa di Sant’Agata, che si celebra il 5 Febbraio, ma che di fatto dura 3 giorni, è la più importante festa religiosa della città di Catania.

Tre giorni di culto, di devozione, di folclore, di tradizioni che non hanno riscontro nel mondo. Soltanto la Settimana Santa di Siviglia in Spagna e la festa del Corpus Domini a Guzco in Perù possono paragonarsi, quanto a popolarità, ai festeggiamenti per Sant’Agata, da cinque secoli sempre uguali.

Per tre giorni la gente sciama nelle vie e nelle piazze.

I devoti indossano il “sacco” bianco, una sorta di saio, e girano per le strade della città per grazie e fioretti. Indossato il “sacco” una volta, esso va indossato per tutta la vita. Perfino i neonati vengono vestiti di bianco.

In questi giorni si contano fino a un milione e mezzo di persone che, tutte stipate come sardine, vagano nel centro della città di Catania.

Ai catanesi non bisogna mai toccare i masculini, Catania, Bellini … e Sant’Aituzza. Ne sono così innamorati che la sentono viva, come se quel viso di legno scolpito potesse rispondere alle loro implorazioni. accogliere le loro suppliche, come una grazia ricevuta. Conoscono ogni centimetro della pelle presente sul busto reliquario.

Sono tre giorni di solennità, ma due in particolare, quando Sant’Agata il 4 e il 5 febbraio nel suo fercolo d’argento viene portata tra la sua gente e attraversa tutti i quartieri.

Nella agiografia di Sant’Agata leggiamo di un avvenimento legato al rituale della preparazione di alcuni dolcetti di pasta di mandorle a forma di oliva, insieme alle più famose Minne.

Un giorno, il proconsole Quinziano fu informato che in città, tra le vergini consacrate, viveva una nobile e bella fanciulla patrizia, Agata per l’appunto.

Ordinò ai suoi uomini che la catturassero e la conducessero al palazzo pretorio. L’ordine del proconsole nasceva dal desiderio di soddisfare un capriccio ed un interesse personale: piegare a sé una giovane bella ed illibata e confiscarle i beni di famiglia.

Per sottrarsi all’ordine del proconsole, Agata per qualche tempo rimase nascosta lontano da Catania, probabilmente nascosta, secondo l’ipotesi più attendibile, in una grotta sull’isola di Malta.

Molte città infatti si contendono il merito di aver dato asilo alla giovane Agata. Tra queste la vicina Galermo, dove i genitori di Agata possedevano ville e terreni, poco distante da Catania, ma probabilmente si trattò di un errore di trascrizione degli atti del martirio e più che Galermo la santa si rifugiò a Palermo.

Nei secoli, il popolo ha arricchito di avventure leggendarie la fuga e l’arresto di Agata.

Una di queste narra che ella, inseguita dagli uomini di Quinziano e giunta ormai nei pressi del palazzo pretorio, si fosse fermata a riposare un istante. Nello stesso momento in cui si fermò, si dice per allacciarsi un calzare, un ulivo comparve dal nulla e la giovinetta potè ripararsi e anche cibarsi dei suoi frutti.

Ancora oggi, per rinnovare il ricordo di quell’evento prodigioso, è consuetudine coltivare un albero di ulivo in un’aiuola vicino ai luoghi del martirio, oltre che preparare questi dolcetti, le olivette, ops, Alivetti ri Sant’Ajita, ricoperte di zucchero o ricoperte per metà di cioccolato.

Mi sono innamorata lo scorso anno di questi dolcetti, scoperti sul blog di una bravissima collega blogger, Ketty Valenti, del blog Zagara e Cedro, e la sua versione, da cui ho tratto procedimento ed ingredienti in toto, è visualizzabile cliccando qui.

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Olivette di Sant'Agata

  • Prep time: 20 minutes
  • Cook time: 1 hour
  • Total time: 1 hour 20 minutes
  • Serves: 8

I dolcetti siciliani preparati a Catania in occasione della Festa di Sant'Agata, a forma di olive, ops, "Alive", e legati a una bellissima storia.

Ingredienti

  • 500 grammi di Farina di Mandorle
  • 500 grammi di Zucchero semolato
  • Colorante verde smeraldo
  • 125 ml di Acqua
  • 1 cucchiaino colmo di Creola, o liquore per dolci
  • 50 ml di Acqua, eventuali

Procedimento

  • 1)

    Per iniziare mettere in un pentolino lo zucchero e l’acqua, portare a ebollizione e togliere dal fuoco quando inizia ad avere una consistenza più corposa rispetto allo stato liquido, deve leggermente filare.

    Unire la farina di mandorle amalgamando bene senza creare grumi, utilizzando una spatola in silicone.

    Lavorare per un po’ l’impasto fino a dargli una consistenza omogenea e abbastanza appiccicosa. Potreste aver bisogno di altri 50 ml di acqua a questo scopo (io li ho utilizzati).

    A questo punto unire il colorante alimentare verde e amalgamare ancora, e per ultimo aggiungere il liquore.

    Staccare dall’impasto piccoli pezzi e arrotolarli sul palmo delle mani cercando di dare la forma più simile possibile ad un oliva, rotolandole, se piace, nello zucchero e praticando un forellino da un solo lato con uno stuzzicadenti, tipico dell’oliva appena staccata dal picciolo.

    Solitamente si gustano ben “indurite”, perciò mettetele un’oretta in frigo prima di servirle.

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