Avete presente quando cucinate troppo, troppe cose, troppi sapori, e avete voglia di fare una pausa dai fornelli?
E’ quello che è successo a me, non per mancanza di entusiasmo, sia chiaro, ma perchè questi ultimi mesi del 2016 ho prodotto decine di ricette e le ho accumulate senza postarle, per fare come la formica e campare poi un pochino di rendita.
E questa pausa di riposo “manuale” comporta frugalità anche nella mia alimentazione e per me frugalità ha un nome solo: toast!
Me li preparo spesso, quando ho poca voglia anche di stare in piedi ai fornelli per una pasta veloce, e li riempio di ogni ben di… schifezza, dalle immancabili Sottilette, al Prosciutto di Praga, non senza aver spalmato uno stratino “bilaterale” di Philadelphia, oppure quelli più “sani” con Robiola e tacchino arrosto…
Prima utilizzavo il Pan Carré classico, quello San Carlo, poi mi sono innamorata del Pan Bauletto, più spesso e soffice.
Fino a che non ho preso in mano il libro Pane e Roba Dolce delle Sorelle Simili. Ed è avvenuto il colpo di fulmine.
C’era la ricetta del Pane in Cassetta, che potevo fare in casa con lievito di birra anzitutto (eh sì, sono una assassina di lievito madre) e poi potevo tagliarlo dello spessore che desideravo.
Non ultimo, prepararlo in casa imponeva l’acquisto di una caccavella nuova, un ennesimo indispensabile per la mia casa, lo stampo col coperchio a scorrimento.
Mi sono accorta di non avere delle ricette di base nel mio blog e mi sono perciò convinta di quanto giusto fosse spendere 35 euro per acquistare lo stampo “fattapposta” di Pentole Agnelli che, ça va sans dire, grazie a Santo Amazon è arrivato il giorno dopo.
Con non poche sorprese.
Per 35 euro ho acquistato un oggetto che mi ha aperto un dito appena lo ho preso in mano, e macchiato da una particolare lavorazione del metallo, con tanto di bugiardino che spiega che, quelle che sembrano macchie da ditate di ogni singolo operaio della Fabbrica Agnelli, in realtà sono il risultato di una particolare lavorazione che rende blu il metallo (il mio non lo è mai stato, credo) e che non è affatto tossico.
A quel punto, colta dal dubbio di non aver letto proprio tutto, ho dato una occhiata alle recensioni del prodotto, e nessuna, e sottolineo nessuna, era positiva. Gente a cui si era arrugginito al primo lavaggio, gente che paragonava il prezzo alla qualità (scarsa era l’aggettivo più ricorrente), mutilati di falangi e falangine che minacciavano ricorsi legali per riavere i 35 eurini…
Insomma, cercavo un appiglio per non lanciarmi dal crepaccio e così lo ho inaugurato subito, con timore reverenziale.
Il risultato è stato eccellente, un parallelepipedo perfetto, cotto e colorato in maniera omogenea, vuoto e leggero al toc toc con le nocche, liscio come il culetto di un bambino, e che andava fatto raffreddare in verticale 😀 Una crosticina croccante ma leggera, una texture meravigliosa, un profumo pazzesco, insomma, spendete ‘sti 35 euro e comprate lo stampo. Ci si possono fare anche le fette biscottate con lo stesso “robo“, un pochino più grandi di quelle industriali, ma volete mettere la soddisfazione di farvele come vi pare?
P:S. Lo stampo che ho preso io, ironia della sorte, ora costa 27 euro.
6 Comments
Luisa
29 Gennaio 2019 at 20:13
Vale, scusa, il tuo stampo è 40×10?
Valentina
30 Gennaio 2019 at 8:06
Si si proprio 40×10 di pentole agnelli. Preso su Amazon.
Luisa
3 Febbraio 2019 at 5:51
Grazie 😋
Emanuele
6 Luglio 2020 at 18:48
La lavorazione definita blu non è altro che la “crosta” di laminatura della lamiera con cui é fatto lo stampo.🤣 sei forte!!!! Essendo una lamiera di acciaio dolce e senza nichel e cromo, lo stampo non va lavato e non deve andare a contatto con l’acqua.. va cotto in forno per disinfettarlo per 10 minuti e pulito con un panno o scottex con olio. Grazie per la ricetta!! La provo subito..😉
Gegia
16 Maggio 2023 at 15:04
E lo strutto? Come e quando lo inseriamo?
Valentina
16 Maggio 2023 at 17:37
Insieme al resto della farina e all’acqua. Credevo di averlo scritto ma lo ho dimenticato e grazie a Lei lo ho sistemato. Ad ogni modo le cose si possono anche chiedere con maggiore cortesia o tatto. Può succedere che su 700 ricette pubblicate qualcosa possa sfuggire. Errare è umano.