Una decina di anni fa, andai a San Marino al centro Messeguè, per fare un weekend verde, un momento di relax e di benessere tutto per me, che mi regalai in occasione di un compleanno “giovane”. Mi lasciai attrarre da una offerta e da un percorso che mi pareva stupendo, mi lasciai convincere dal prezzo quasi conveniente e partii.
Arrivai in un hotel che era un misto tra una baita tirolese e la clinica di Birkermeyer dove Fantozzi ripiegò per le mancate ferie sulla neve. Giusto il tempo di arrivare in camera e mi trovai sul letto un accappatoio candido in spugna, di 4 taglie più grandi di me, una serie di mutande di garza (ho capito solo poi il motivo dell’usa e getta), pantofole altrettanto candide e una serie di asciugamani morbidissimi. Non avevo ancora 30 anni ed ero la più giovane, e anche la più magra (nonostante magra non fossi). Venni sottoposta subito a un check-up, con un medico con la erre moscia (che a me, personalmente, incute immediatamente timore reverenziale) con la voce di Fabio di Luigi, che mi prescrisse una scheda tipo quelle della palestra con una marea di crocette, lunghissima, per i 3 giorni che mi aspettavano (e che già da subito avrei voluto finissero il prima possibile).
Durante il weekend verde a San Marino persi circa 7 chili, ma tornai a casa emaciata. Di giorno si bevevano solo orribili tisane al carciofo e liquirizia e si stava continuamente o al bagno o al centro benessere, tra massaggi, docce fredde alternate a docce bollenti, bagni al vino, sfregature al sale di non so dove, bendaggi, camere iperbariche 😀 e solo a sera (perché si pranzava con queste tisane orrende) ti accoglievano in questo salone dei chiattoni (con la pressione bassissima date le interminabili sedute nella sala del trono) dove ti servivano una cena light.
Credo di non aver mai masticato tanto piano e tanto a lungo i miei pasti come in quei tre giorni, dovevo ricordare e incamerare il ricordo del cibo il più a lungo possibile. Cibo assolutamente immangiabile, della consistenza del cartone quando era morbido, mentre quando era croccante sembrava mdf.
Mi rimasero però impresse delle patate ripiene, cucinate al cartoccio, con dentro formaggio light… erano buonissime, e mi ero sempre ripromessa di rifarle, però alla mia maniera, un po’ più ignorantemente gustose. E ieri mi si è presentata l’occasione.
Avevo in frigo delle patate che stavano aspettando di essere utilizzate per fare le hasselback, sempre per il blog, ma in questi giorni ho una fame nervosa che mi fa preparare le cose e poi non le mangio, o ne mangio solo un boccone. E così, piuttosto che mangiare solo una patata alla fine, ho preferito utilizzarle per ricreare il piatto di Messeguè, ma alla faccia di Messeguè e delle tisane dimagranti e drenanti e sgonfianti.
Chiaramente le mie patate hanno subito una trasformazione talmente drastica, che di quelle di Messeguè alla fine della fiera non risultano esserne nemmeno lontane parenti. lo stesso Messeguè, se potesse e se vedesse come ho trasformato il suo pasto light, ordinerebbe per me un ricovero coatto in una clinica tipo quella di Giardiello a Caserta o di Nowzaradan a Houston, per farmi dimagrire.
Perciò lascio a chi ha sicuramente più forza di volontà di me le patate lesse e al cartoccio col Philadelphia light, e io continuo a prepararmi una volta ogni tanto, questi scrigni filanti ripieni di ogni ben di Dio.
4 Comments
Luisa
29 Giugno 2018 at 10:42
Oh mamma mia, che incubo i centri benessere!
A me é andata anche peggio, andai (intorno ai 20 anni, regalo di Natale di mia zia) a ”Villa dei Tigli” a Rodrigo, in prov. di Mantova, per una settimana, e c’era da prendere a testate il muro!
Anche lì, terapia del digiuno, yoga, attivazione bioenergetica, tisane, massaggi shiatsu, ginnastica in acqua, percorso kneipp, agopuntura (ehm… difficile dimenticare l’agopuntore libanese, il dr Rabiah Chattat, un bono da paura). Risultato, parecchi kg in meno e un mezzo esaurimento 😅😅
Le tue patate rivedute e corrette mi piacciono moltissimo, sei sempre una certezza!
Valentina
29 Giugno 2018 at 11:54
E tu sei sempre troppo buona. Ma quante cose abbiamo in comune? Un sacco!!!
Simo
29 Giugno 2018 at 15:56
Mai andata in un centro benessere, ma adesso mi hai demotivato ahahahaha scherzo, e chi mai ci andrà?!
Io piuttosto corro a casa tua se mi fai una teglia di queste bontà, altrochè!
Baciotto
Valentina
29 Giugno 2018 at 17:18
Un trauma. Ero partita piena di belle speranze in termini di relax, mi sentivo un furetto in un laboratorio. Lo ricordo con terrore 🙂 mentre la teglia per te la allestisco quando vuoi. Piena zeppa di colesterolo