Credo che almeno una volta nella vita tutti abbiamo visto Tre Uomini e Una Gamba, il primo film del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo. Film divertente anche se abbastanza assurdo, ma che rispecchia tre caratteri differenti. Uno di questi, Aldo, il siciliano, nella prima scena che lo vede protagonista, si affaccia alle 8 del mattino da una finestra di un quartiere popolare, mangiando la peperonata a colazione. I due “cognati” milanesi, si chiedono come si faccia a digerire una peperonata mangiata di prima mattina, vaticinando una indigestione ad ora di pranzo (di fatto poi verificatasi).
I peperoni sono tra le verdure più buone, almeno secondo il mio giudizio, ma anche tra le più indigeste. Ad essere indigesta è soprattutto la pellicina che ricopre la carnosa polpa, e sebbene siano verdure, sono effettivamente “pesanti”. Ma lasciare la pellicina quando si preparano i peperoni consente di fargli mantenere la forma che gli abbiamo dato tagliandoli. Io ho la fortuna di non avere problemi di digestione quando mangio i peperoni (cosa che invece mi capita con lo zafferano ed il riso), anzi, non vedo l’ora che arrivi l’estate per poterne fare scorpacciate. Si trovano oramai tutto l’anno, coltivati in serra e pieni di ormoni, ma preferisco sempre mangiarli nella loro stagione.
Li preparo in tanti modi, come semplice contorno, come condimento di ottimi piatti di pasta (le farfalle impazzite, ad esempio), come piatti unici veri e propri aggiungendo le mie amate olive, ripieni alla maniera di mia zia Rosa (la ricetta arriverà, fidatevi), in unione con le patate per profumare il pollo al forno, e li utilizzo crudi e ridotti in microscopici cubetti, per aromatizzare preparazioni fresche di pesce (l’insalata di mare, ad esempio). Anche la mia “pizza” preferita ha la doppia mozzarella, il salame piccante e i peperoni… eh sì, preferisco i gusti decisi, io! Li amo in tutte le loro declinazioni, preferendo i gialli ed i rossi per la loro caratteristica dolcezza a differenza di quelli verdi che sono più “amarognoli”.
Se si intavolasse una discussione tra 10 persone, verrebbero fuori 10 versioni diverse della peperonata. Sì, perché dati gli ingredienti di base, i fondamentali, ognuno ha una peperonata del cuore, quella di casa, della nonna o dei parenti che si visitano in estate. C’è chi mette sia l’aglio che la cipolla, chi solo la cipolla, chi mette il pomodoro e chi, come me, lo tralascia, chi usa solo un tipo di peperoni e chi, come la sottoscritta fissata per i colori, li usa tutti e 3, chi li spella e chi no, chi aggiunge olive ed erbette, chi aggiunge le patate.
Ho preparato la versione della peperonata che fa mia mamma in estate e che preferisco ai suoi “peperoni all’insalata” conditi con olio, limone e prezzemolo. In questa versione i peperoni subiscono una doppia cottura, in forno prima, per farli appassire e per togliere via facilmente la pellicina, e poi in padella dove, tagliati a striscioline, vengono ripassati con olio extra vergine di oliva, un paio di spicchi di aglio intero (sminuzzarlo significherebbe conferire un sapore troppo intenso ai peperoni), cipolla tagliata finissima, olive nere, erbe aromatiche (non amando il prezzemolo aggiungo timo, origano e basilico freschi), e una spruzzata di aceto.
La mia peperonata si mangia come contorno o semplicemente unita a mozzarella su crostini di pane bruscato e si mantiene in frigorifero almeno due giorni, ben coperta.