Ho abitato per anni in via Marcantonio Bragadin, di fronte al noto Paciotti, e alle spalle di un altrettanto noto, Gabriele Bonci col suo Pizzarium di via della Meloria. Il panificio di via Trionfale nemmeno esisteva, nemmeno la svolta vegetariana del Pizzarum stesso era ancora nella mente di Gabriele, col quale mi trovavo quasi ogni giorno nel piccolo negozio di verdure di Anna, sempre di fronte casa, ad acquistare broccoletti già “capati” (puliti), puntarelle pulite e tagliate e verdure di stagione, a prezzi da gioielleria, ma dopotutto sempre sotto il Vaticano ci si trovava.
Eppure la pizza da lui la prendevo non così spesso, come qualcuno oggi potrebbe immaginare, essendo “vicina di casa” di un personaggio poi diventato tanto illustre e famoso. Per me era normale prenderci la pizza bianca, come la chiamiamo a Roma, scrocchiarella o meno, ma era normale tanto quando andare a fare la spesa alla Sir o al Carrefour.
Quando ho cambiato casa mi sono resa conto effettivamente che qualcosa mancava. Oltre ad un ristorante cinese vicino casa, la pizza bianca che fanno qui ha l’80% di olio e il restante 20% di lievito, non la digerisco, e mi sento solo “unta” alla fine della fiera.
Intanto Gabriele era diventato famoso, a partire dalla trasmissione della Clerici, era richiesto ovunque e iniziò a tenere dei corsi, a prezzi altissimi per altro. E questo ha fatto sì che anche lui mettesse in vendita, poco dopo, il proprio libro, con la ricetta della sua pizza base e le varianti stagionali dei suoi rinomatissimi condimenti.
Diventando vecchia, ho dovuto prendere atto che ho dei problemi con i lievitati, non li digerisco se non sono fatti a regola e con lievitazioni lunghissime, ho delle violente gastriti la notte stessa del giorno in cui mangio una pizza (solo con quella di Franco pepe, di Pepe in Grani, non mi è successo nulla), e quindi, quando si prepara l’impasto per la pizza fatta in casa, quella che mangio io deve lievitare almeno 48 ore, in frigorifero, per avere una chance di dormire senza l’ausilio di acqua e bicarbonato.
Due anni fa Roberto mi si presentò a casa con un “mamozzio” enorme. Aveva fatto a suo dire un “affare” e aveva acquistato un forno professionale che raggiungeva temperature infernali da una pizzeria in chiusura. Forno che, nonostante io viva in 250 mq di casa e abbia due cucine, mi sono rifiutata di prendermi, per l’ingombro e per il fatto che andasse incassato e non avevo voglia di incassare un “robo” simile che forse avrei usato forse 2 volte l’anno. E così quando ho voglia di pizza, la si fa sempre a casa di Roberto, che convive col coniglio ed il mamozzio… e l’impasto, di Bonci ovviamente, il solo che io riesca a digerire, lo prepara lui, come espiazione del peccato dell’acquisto di un forno che ingombra soprattutto a casa sua, più da lui che da me, se proprio lo vogliamo dire. Io mi limito al condimento.
Questa è la pizza che, insieme ad una classica margherita, abbiamo fatto la scorsa Pasquetta, regalandone teglie a tutti i vicini del circondario, con scambi di beni mangerecci che nemmeno alle sagre del cacciatore!
Scena 1, Atto 1.
V: Roberto, hai rosmarino?
R: No, ma mi sa che Domenico (il vicino) ha un cespuglio. (Urlando) Fabioooo, ma quello è rosmarino? Me ne dai un ramettino? Per sdebitarmi ti do una teglia di pizza.
V: UNA TEGLIA? Oh e quanto ce costa sto rosmarino??? Manco il platino!
5 Comments
pierpaolo musina
9 Aprile 2020 at 10:21
Nella prima fase di preparazione dell’impasto, dopo aver fatto passare i 15 min. di riposo, lo si riprende per fare le pieghe da ripetere per 4/5 volte… tra una piega e l’altra l’impasto va fatto riposare? Se si, per quanto tempo? A temperatura ambiente o in frigo?
Ringraziandovi per la vostra disponibilità vi porgo cordiali saluti…
Valentina
9 Aprile 2020 at 10:36
Si va fatto riposare, con sopra un canovaccio, per 20 minuti tra ciascuna sezione di giri di pieghe, in un posto lontano da correnti di aria. Io metto la ciotola nel forno chiuso con la lucina accesa. Fatte le pieghe, tutte le serie intendo, olii una ciotola come se la volesse spalmare di crema solare, ci metta dentro l’impasto, lo unga anche un po in superficie, accarezzandolo senza sgonfiarlo, pellicola e frigorifero.
Giovanna
14 Febbraio 2021 at 14:22
Quante teglie si possono fare? Grazie
Valentina
15 Febbraio 2021 at 16:09
Due teglie misura leccarda del forno
Juana Martínez
24 Luglio 2022 at 10:27
Unas Recetas excelentes si te gusta la comida Italiana…A mí me chifla !!! 👑👑👑