Quando Maria Antonietta del Salumificio Emmedue di Picerno (PZ) mi ha contattata su Instagram chiedendomi se mi andava di collaborare con loro, non ci ho creduto quasi. Da sempre vedevo blogger meno “vecchie” di me, e permettetemelo, con contenuti più scarsi, ricevere derrate alimentari da sfamare il Burkina Faso, mentre io non ho mai avuto la possibilità nemmeno di dire “No Grazie”. E di sicuro il “No Grazie” non potevo dirlo a loro i cui prodotti, curati nel dettaglio, dalla produzione al confezionamento, sono addirittura senza glutine!
Voi lo avreste mai detto che negli insaccati ci sono tracce di glutine? Ebbene sì. Quelli di Salumi Emmedue, invece, non ne hanno alcuna traccia tant’è vero che l’azienda non mi era nuova, avendola trovata annoverata nel Prontuario AIC che porto sempre con me… e credetemi, non è facile entrare in quell’enciclopedia tascabile del Gluten free!
Dopo aver accettato ho ricevuto un Capocollo in due formati diversi, un intero filone in budello e un trancio sottovuotato, il cui budello profumatissimo è cucito a mano con un punto maglia che nemmeno Dolce e Gabbana, e un prodotto di nicchia, che hanno solo loro, la salsiccia di puro suino, aromatizzata al finocchietto, che pare fresca ma non lo è, e di cui vi parlerò più in là.
Ammetto che il Capocollo è quello che mi ha dato inventiva maggiore, tant’è che ho prodotto due ricette, una che ho dato in esclusiva al Salumificio, e quella che vi presento oggi. La prima ricetta, quella dei grissini di semola e polvere di capocollo croccante, potete perciò trovarla cliccando qui, direttamente sul sito del Salumificio.
Oggi invece, con un po’ di giorni di ritardo rispetto alla Pasqua, di cui la preparazione è tipica, vi volevo presentare la ricetta delle Pizze Chiene finger food.
Credo di aver mangiato la pizza chiena nel periodo di Pasqua solo un paio di volte in tutta la mia vita, di sicuro preparata da mia zia Nora, che di queste preparazioni ricche, golose, ben “imbuttunate” è sempre stata maestra. Dove si poteva lesinare lei aggiungeva ed aggiunge, ho sempre detto che ha delle pentole che nemmeno Cracco da Peck. Ad ogni modo, avrei sempre voluto farla, per celebrare sul blog la Pasqua, ma non ne ho mai avuto tempo e forse voglia. Di sicuro avrei fatto la ricetta di Pasqualina che, non me ne voglia nessuno, tra tutte quelle che vedo in giro sul web, è quella che mi ha sempre e da sempre fatto più gola. E prima o poi la farò.
Però ho lo stesso utilizzato i suoi ingredienti per fare il ripieno di queste piccole pizze chiene wannabe, versione finger food. E ci ho aggiunto il Capocollo Emmedue al posto del classico salame. E ho abbondato col pepe, macinando fresco quello di cui l’azienda ha voluto omaggiarmi, il medesimo utilizzato per la preparazione di questo squisito insaccato.
Per la pasta che racchiude il niente affatto leggero ripieno, ho utilizzato una pasta al vino bianco, versatilissima al pari della più famosa pasta matta (che pure potete usare, come la pasta di pane, o la brisé o la sfoglia compera, fate vobis).
INGREDIENTI
Per la pasta al vino bianco
500 grammi di farina tipo 0
90 ml di olio evo
200 ml di vino bianco tiepido
10 grammi di sale fino
Per il ripieno
Capocollo a fettine molto sottili
6 uova
5 cucchiai di Pecorino
3 cucchiai di Parmigiano
Pepe nero macinato al mulinello
Mix di formaggi a pasta molle tagliati a dadini
1 uovo per spennellare
Procedimento
Battere le uova con il sale, il pepe e i formaggi grattugiati. Versare il composto in una capace padella unta di olio e cuocere il composto sino a metà cottura (non di più) mescolando in continuazione. Mettere da parte.
Preparare la pasta al vino impastando in una boule tutti gli ingredienti e lasciando riposare l’impasto liscio ottenuto circa 30 minuti.
Stenderlo in una sfoglia unica allo spessore di 3 mm, ricavare dei cerchi ampi 12 cm e foderare degli stampi da mini muffin.
Riempire con una cucchiaiata del composto di uova, due fettine di capocollo arrotolate a formare un cuore centrale al tortino, e aggiungere un altra generosa cucchiaiata del composto di uova. Se preferite, il capocollo potete tagliarlo anche in piccoli cubetti che, mescolati alle uova, si distribuiranno più uniformemente per tutto il ripieno.
Chiudere con un coperchietto di pasta al vino, tondo, sigillando i bordi formando un cordoncino. Se vi avanzasse della pasta, potete fare delle piccole decorazioni come ho fatto io.
Ripetere questo procedimento fino ad esaurire pasta e composto di uova.
Spennellare ogni tortino con un uovo sbattuto e cuocere in forno preriscaldato, in modalità statica, a 200°C per circa 40 minuti.
Verso metà cottura coprire i tortini con un foglio di alluminio alimentare appena appoggiato, così che continuino a cuocersi ma il top non diventi troppo scuro.
Servire tiepidi.
1 Comments
Pellegrina
4 Maggio 2020 at 21:16
Obiezione, Vostro Onore.
Qui si ricorda un certo tonno peraltro di ottima marca e molto apprezzato con vari fratellini sott’olio!
Ciò detto mangerei la foto di quella pizza! È una delle cose la pizza salata al formaggio che più mi piace e che non trovo mai, dicasi mai, degna di questo nome. L’aggiunta dei salumi non può che renderla più regale.
Immagino che la foto abbia ricevuto cure particolari perché buca lo schermo.