“Se ho fame, me la fate passare, se non ho fame me la fate venire… Calmano la fame e stuzzicano l’appetito…”
Questa era la frase con cui un Bracardi più schizzato del solito presentava nello spot tormentone degli anni 80 le Pizzettine Catarì, uno snack che più sintetico di quello non si poteva, al gusto pizza, con una polverina formaggiosa e piccantina che restava sulle dita e che, come per i Fonzies, dovevi inevitabilmente mangiare ficcandoti le dita in bocca.
Ricordo vagamente di averle mangiate, perché, come vi dicevo per i popcorn, mia madre ogni tanto ci concedeva degli sfizi, che piacevano a lei per prima. Pop corn di sicuro, ma sono anche sicura che queste pizzettine ogni tanto fossero presenti a tavola con noi. Ricordo la scatola di cartone con queste pizzette perfette sul fronte, e quel gusto piccante di pecorino di laboratorio, che da piccola non tanto amavo. Però so che erano una droga, tanto allora quanto oggi.
Due anni fa circa, Sara Sguerri, cara amica e autrice del blog Pixelicious, ci mostrò nella chat Whatsapp che abbiamo anche con Lucia, queste pizzettine, raccontandoci di aver ricostruito, dopo qualche tentativo, il gusto originale delle pizzettine Catarì di cui lei stessa era golosissima. Sara adora tutto ciò che è al gusto Pizza, anche le Puff, le patatine formaggiose e puzzolenti che invece accomunano me e Lucia, lei le ama al gusto pizza.
Insomma, le avevo viste, apprezzate all’epoca ma me ne ero dimenticata. Quando poi un paio di settimane fa, approfittando anche Sara stessa del mood aperitivi in terrazza o aperivirus, ha pubblicato le sue pizzette Catarì… a distanza di due anni!!!
Manco a dirlo le ho rifatte, il giorno stesso, solo che a me sono venute quasi fluorescenti perché per la foga di farle non mi sono resa conto della quantità richiesta di concentrato di pomodoro, ne avevo di meno, ho aggiunto un po’ di passata densa, e ho esagerato! Ma vabbeh, erano solo improbabili come colore, come potete ben vedere, per il resto sono le stesse del cartone quadrato dell’82!
Pochi ingredienti, tra cui fondamentale è una parte di farina di riso, che gli conferisce quella “bolla d’aria” interna che le fa croccare in bocca, e un paio di ore al massimo, per fare un tuffo nella memoria dei sapori, e fare un aperitivo divertente, in terrazza o in giardino.
Rispetto a quando le ho preparate sono passate un paio di settimane, quando ho fatto le foto erano giornate ventose e gelide, in cui prendevo poche ore di sole al mattino ma di pomeriggio girava una zizzola ghiacciata che mi congelava anche le ossa, e che avvertivo di più dopo l’effetto “insolazione”… non so come ho fatto a non prendermi la febbre, io che la ho quasi 365 giorni l’anno!
Ora abbiamo lunghe giornate di sole, calore e luce, potete prepararle anche all’ultimo momento, dopo il pisolino pomeridiano (dai ammettetelo che ve lo state concedendo tutti). E non vi nascondo che la felicità che mi hanno dato anche per la mera facilità di esecuzione, mi hanno invogliata a preparare, nei giorni successivi, molte altre ricettine facili e sfiziose per gli aperitivi, soprattutto perché mio fratello mi ha fatto capire che probabilmente il mio blog era troppo “sofisticato” e aveva bisogno di ricette più facili, meno snob, più cialtrone.
E questa lo è.
1 Comments
Sara Sguerri
27 Aprile 2020 at 22:07
Mi viene da ridere sì… Queste al barattolo non ci arrivano 😂 accidenti agli sfizi salati confezionati, puzzolenti e con aromi sintetici… Perchè li amo tutti uffa 😂 comunque dai, queste pizzette almeno non fanno rimpiangere gli originali! Due anni sono serviti, ma alla fine ce l’abbiamo fatta! 😂 Grazie Vale 😘😘