Alzi la mano chi non ha mai comprato, prima di entrare a scuola e per mangiarla poi a merenda, una pizzetta rossa calda, al forno più vicino a casa o appunto alla scuola. Io ho avuto la fortuna di averne uno accanto all’entrata delle scuole medie, e la fortuna è raddoppiata quando poi in classe ho avuto per tanti anni, la figlia del fornaio.
Le pizzette erano assicurate e non avevamo nemmeno il bisogno di appoggiare il cartoccio sui termosifoni, facendo file e torrette che sfidavano le leggi di gravità (perché non ero mica la sola a comprare la pizzetta di Marasca), perché grazie alla presenza di sua figlia in classe, ce le faceva recapitare calde, fumanti, fragranti, proprio all’ora di ricreazione. La bidella (all’epoca si potevano ancora chiamare così senza che nessuno si sentisse svilito o vilipeso) raccoglieva le 500Lire e le recapitava al signor Domenico che le consegnava la cesta di cartoccetti golosi.
La sola differenza con le pizzette rosse tonde che ho preparato oggi con quelle di Marasca, era che lui preparava le teglie rettangolari e ricavava dei rettangoli da ripiegare, mentre queste sono appunto tonde, Per il resto il gusto, la bruciacchiatura NECESSARIA per essere definite pizzette del forno, e i ricordi e le sensazioni estatiche al primo morso, sono le stesse.
La ricetta, tanto per cambiare quando si vuole ottenere un lievitato ottimo e di sicuro successo, è di Paoletta Sersante, autrice del blasonato blog Anice e Cannella.
Nella sua ricetta, Paoletta non aromatizza con nulla la salsa di pomodoro, lasciandola in purezza, condendola solo col sale.
Io credo di essere abbastanza certa che Marasca la aromatizzasse con un pochino di origano, non troppo alla maniera della pizza marinara, ma di sicuro qualche profumo c’era. Solo che la mia mente non ha ricordi così retrodatati. Sta di fatto che queste sono esattamente le pizzette tipiche degli anni 80 (e peccato per chi non c’era e non se le può ricordare), il trionfo della semplicità, prima dell’avvento delle pizzette gourmet che pesano più del piombo perché più sono ricche di ingredienti sopra e meglio (credono che) è. Marasca ebbe anche una fase di evoluzione, successivamente, potevi scegliere la “pizzetta” anche con mozzarella, ma io l’ho sempre preferita rossa e basta.
La caratteristica delle pizzette del forno è che i bordi devono essere un po’ bruciacchiati, quindi il nero che vedete intorno non è accidentale ma è proprio voluto. Ragion per cui con l’olio tocca abbondare, che vi piaccia o meno. Altrimenti quelle che preparerete non saranno le pizzette del forno anni 80.
Come pomodoro ho utilizzato la passata di pomodorino ciliegino siciliano, di Agromonte, che ho trovato nella Degustabox del mese di Novembre, con cui collaboro. Una deliziosa passata di pomodoro, che utilizzo spesso, e che ho iniziato a comprare fin dai loro “esordi” sul mercato. Le loro bottiglie di passata, di ciliegino o datterino, sono quelle che hanno il tappo della birra, per intenderci. Loro ne sono stati precursori e me ne sono innamorata immediatamente. Proprio perché fatte con pomodori ciliegino o datterino, hanno quel gusto leggermente acre che a me personalmente piace tanto.