Eccomi arrivata quasi sul filo del rasoio con la seconda ricetta per il The Recipe-tionist di CuociCuciDici che questo bimestre ci vede ospiti di Stefania Olivieri a.k.a la Fornostar, autrice del blog Cardamomo & Co.
Rischiavo di non farcela, ma onestamente ho preferito dedicare la mia giornata free della dieta a una preparazione che secondo me è degna della sua Maiala Effige, e con la quale, debbo dire, ho sinceramente appagato una fame assurda che mi perseguita da un mese. E ho sgarrato. Amen.
Ho segnato nei preferiti del Mac una marea di altre ricette di Stefania, tra cui la marmellata di uva fragola. Avendo le piante piene avrei voluto e forse dovuto preferire quella preparazione a questo pollo, ma oramai è cosa risaputa che io prediliga ricette salate a quelle dolci… ma chi lo sa, alla fine al 15 ottobre mancano 6 giorni…
La ricetta che ho scelto è del 2014 ed è di Martha Stewart, ed è una ricetta gluten free con la quale Stefania ha partecipato alla celebrazione del GlutenFree (Fri)Day.
La salsina si addensa da sé senza bisogno di amidi o farine, le carni non contengono glutine e quindi la scelta è stata fatta rispettando la ricetta di Stefania ancora una volta, senza stravolgimento alcuno. Anzi forse sì… non ho dragoncello tra le mie aromatiche, non lo ho mai trovato da acquistare e non lo possedevo nemmeno secco. Sinceramente non so nemmeno che sapore abbia, sicché anziché modificare la ricetta con un altro sapore (un’altra erba ad esempio) ho preferito omettere solo il dragoncello e via.
Ho utilizzato panna di soia al posto della panna da cucina indicata nella ricetta, ma credo che né Martha né Stefania mi cazzieranno, ma essendo a dieta non ho in casa panna da cucina classica.
E con il sughetto avanzato ho condito il tristissimo pugno di riso Basmati che mi tocca mangiare a pranzo, rendendolo, consentitemelo, divino! E credo che, a parte la panna, avendo rispettato le quantità di pollo prescritte e avendo utilizzato la senape che, tra le salse spalmabili, è la sola consentita in regime dietetico, lo sgarro che ho fatto non sia stato poi così grave.
Ho variato la forma, però. Ho preferito dividere in due supreme un petto di pollo intero, e servirle affettate con la salsina versata sopra calda.
P.s. E con questa, oggi festeggio 300 ricette sul blog!!!
6 Comments
Elisa Baker
9 Ottobre 2018 at 14:55
La cosa che mi fa arrabbiare e non poco è che la pianta di dragoncello ce l’avevo e cresceva anche bene, poi i soliti gatti del cavolo mi hanno spostato il tubo del goccia a goccia e me l’hanno ammazzata, aaaah! Comunque una bella ricetta con una salsa che invita alquanto. Credo si possa adattare anche a qualche altro tipo di carne e la cosa mi piace. Io metterò di certo la panna perchè se si deve fare danno si deve fare benissimo ahahahahahhahahahahahhah…
ça vas sans dire che anche la presentazione che hai fatto è favolosa, e opterei anche io per le supreme da affettare dopo. Sul regolamento la terza opzione direi che è libera, lascio spazio alla presentazione, alla cotture e cose così quindi vai serenissima che anche stavolta hai fatto un capolavoro perfetto, grazie e baci Flavia
Stefania
9 Ottobre 2018 at 16:47
Mi ricordo che quando ho fatto questa ricetta, dire che mi è piaciuta, è poco. Una ricetta (ovviamente da maiala effige) che non ci sia aspetta. Il drangoncello non ce l’ho più nemmeno io, e la supreme di pollo invece sì, quindi stasera copio io te!
Però, visto che hai l’uva fragola, fai anche la marmellata, è troppo buonaaaaaa 😉
Valentina
9 Ottobre 2018 at 17:28
La faccio la facciooooo
Pellegrina
10 Ottobre 2018 at 0:24
Potrei provare a fare anche questa, spannandola però! Le dosi di grasso madeinUSA sono troppo per me!!!
Valentina
10 Ottobre 2018 at 6:46
Senza panna, ma con un pochino di miele, secondo me è divino lo stesso 🙂 Fammi sapere invece, che alternativa hai trovato così la inserisco tra le note 🙂
Pellegrina
18 Ottobre 2018 at 22:48
Mah, ti dirò: non ho mica ancora deciso come farlo. con la senape il problema della cremosità dovrebbe essere risolto. Resta quello della “dolcezza”. Potrei usare la Savora con forse del latte, ma temo che faccia quel terribile effetto grumetti che tanto odiavo negli arrosti di famiglia al latte ammaniti da una terribile zia, un vero dramma in cucina.
Oppure la onnipresente ricotta lavorata a crema, una dose molto blanda, però non so.
Nessuna delle due mi ispira particolarmente per ora.
Invece spezzo una lancia anzi due a favore del dragoncello fresco. Assolutamente diverso da quello secco, proprio senza confronto, ha un aroma lievemente pungente, molto profumato e fresco insieme, che con senape e panna dev’essere squisito, perché elimina lo stucchevole con una nota fresca ma robusta, di grande personalità.
Sono certa che tu sapresti usarlo al meglio, perché sta benissimo in quei piatti molto salsati che prediligi – ma io lo mangio anche in insalata coi pomodori, per dire. Per cui se dovesse capitarti l’occasione, o andassi in Francia, cerca un mercato e non lasciartelo scappare!!!