Scoprii le melanzane perlina qualche anno fa, dopo aver acquistato un libro di cucina Thailandese, inizialmente più attratta dalle fotografie che dalle ricette in sé. In effetti a pensarci ora, all’epoca non avevo nemmeno mai assaggiato la cucina thailandese (che scoprii invece circa tre anni dopo in un ristorante Thai a Parigi). Sta di fatto che mi misi in testa di cercare queste melanzane in Italia. Inutile dire che a Piazza Vittorio non riuscii a trovarle, non sapevo dell’esistenza di Fruttaweb, e quindi mi ero oramai rassegnata a non vedere mai dal vivo quelle melanzane dal colore così “mio”.
Mi trovavo a Bologna, qualche anno dopo, in compagnia di una amica sfoglina, e girando per le viuzze del centro storico, ricche di negozietti di frutta, le vidi. Erano lì, in una cassetta strabordante. Il “fruttarolo” era indiano, ed ecco che per me fu immediatamente garanzia di qualità. Tornata a casa avevo l’imbarazzo della scelta tra le ricette da scegliere su quel libro… ed erano talmente tante che non sapevo quale preparare, e le melanzane stavano iniziando a perdere il proprio colore caratteristico, per lasciare il posto a un taupe chiaro (tradotto, topo morto).
Tanta la scelta che decisi di fare di testa mia, ne cossi solo una sulla piastra per capire che gusto avesse, e nella mia mente le associai con le mazzancolle, altra cosa che mangio almeno due volte a settimana. E così, incurante del libro e delle centinaia di appunti sparsi e di post it, e anche per assaggiare anche la pasta di curry verde che avevo acquistato nello stesso negozietto bolognese, diedi forma e vita a queste polpette, deliziose, che ho poi rifatto spesso, anche perché ora le melanzane perlina me le tirando dietro anche al supermercato sotto casa.
Un aneddoto divertente legato alla preparazione di queste polpette è che a quell’epoca avevo l’abitudine di cambiare smalto ogni giorno. Indosso sempre i guanti quando preparo da mangiare, ma quel giorno dovendo anche cambiare lo smalto, non li misi. E mi ritrovai senza un’unghia del mignolo. Si era spezzata. Non avrei mai pensato di ritrovare poi, proprio io, l’unghia nella mia polpettina, avvertendo in bocca un intenso profumo di smalto. Insomma c’è chi nei pudding trova la monetina sapientemente nascosta nello stir-up, e chi trova la sua stessa unghia. Da quel giorno mi mangio le unghie!
1 Comments
Silvia
14 Aprile 2018 at 17:20
Ti faccio leggere l’ultimo articolo su the recipe-tionist, non ha ricetta quindi non lo mando alla Baker 😉
http://www.silviapasticci.it/il-mio-menu-ideale-di-profumo-di-limoni-la-non-ricetta-per-the-recipe-tionist/