La mia carissima amica Pasqualina, in occasione del suo compleanno, lo scorso 3 giugno ha organizzato un Tiki Party a casa sua, al quale ero anche stata invitata, ma per motivi logistici (lei vive in provincia di Napoli e io in quella di Roma) non ho potuto partecipare. E ad oggi ancora mi mangio le mani.
Pasqualina è una perfezionista, non una cialtrona come me che pubblico ricette a casaccio, lei le studia e ogni suo post ha attorno a sé una grande attesa, perché in ognuno c’è un insegnamento per tutti. Lezioni di stile, unite a piccoli trattati di chimica, lezioni di accoglienza, di allestimento di buffet rimasti proverbiali e di esempio per tanta gente.
Party le cui preparazioni, studiate fin nel minimo particolare, iniziano mesi prima, dalle prove di cocktail di accompagnamento al numero delle torte da servire, sempre a tema, sempre con un senso di accostamento di gusti. Una nota di merito va alla santissima Flora, che ha spaccato 1785 cocchi per creare le ciotoline perfette per accogliere le insalate di frutta tropicale, con lo stesso sorriso che da sempre ha contraddistinto le sorelle Phillysday.
Pasqualina conosce alla perfezione, acquisita con anni di buffet, anche il numero esatto di pezzi da preparare per ogni portata, è la regina dei finger food e maestra di equilibrio, di gusto e cromatico. Docente di accostamenti, maestra di cerimonie e di accoglienza e soprattutto è una amica di grande generosità.
Dicevo quindi che l’ultimo party in occasione del suo compleanno, era a tema Tiki, con cocktail tropicali e decorazioni in ananas a forma di pappagallo, tiki totem stampati sui cartoncini che indicavano ogni pietanza, un vero Tiki Bar, frange attorto alle tovaglie, anch’esse cromaticamente abbinate a tutto il contesto, simili alle gonnelline delle donne hawaiiane, collane di fiori con cui omaggiare i suoi ospiti.
Ho avuto l’onore di essere consultata da Pasqualina per la ricerca di alcuni accessori tropicali e durante una delle nostre lunghe chiacchierate, siamo arrivate a parlare del cocco, unico ingrediente un po’ più esotico che avrebbe voluto inserire in alcuni “pezzi” del buffet, per non renderlo estraneo ai gusti dei propri invitati.
Le ho consigliato il mio adorato cocco giovane, che però a lei non è piaciuto in quanto poco “coccoso” (il sapore di cocco non è così accentuato come quello maturo e coriaceo che arriva sulle nostre spiagge o nelle nostre frutterie più fornite) e lei mi ha suggerito di provare, siccome adoro il latte di cocco, le polpettine al cocco e curry che ha proposto, anni fa, la ideatrice di Coquinaria, Rossanina.
Credetemi, per quanto sono semplici, io credo di aver raramente mangiato qualcosa di più buono e coccoso, senza essere stucchevole, di queste polpettine. Rispetto alla ricetta originale, ho apportato una variazione fondamentale, ho infatti utilizzato l’olio di cocco anziché il normale olio richiesto, e ho regolato la quantità di latte di cocco e di curry a seconda del mio gusto. Dopotutto, ve lo ho detto oramai mille volte, col salato le ricette le si può “aggarbare” ai propri gusti, ci si può giocare, mentre la scienza esatta è la pasticceria. E poi ho utilizzato invece carne magra, trita, e le mie polpette erano ugualmente irresistibili e morbidissime.
Perciò, quella che vi lascio è la ricetta originale, potete prepararla seguendo le dosi esatte, o farla a sentimento, aggiungendo più latte di cocco o più curry a seconda del vostro gusto.
Il fatto che io abbia utilizzato l’olio di cocco le ha solo rese più “coccose”, ma utilizzando l’olio il risultato cambia di poco. Chiaramente olio di cocco vergine e bio, ad uso alimentare, non quello di cui ci si spalma in spiaggia per abbronzarsi.