Non ricordo neanche più quando ho provato per la prima volta l’accostamento di questi due sapori importanti, l’indivia che tutto è fuorché gradevole se non accompagnata da altro (diciamocelo, è appartenente alla famiglia delle cicorie e perciò è amara) e il taleggio, un formaggio a pasta morbida e dal profumo impegnativo. Un po’ come i due segni negativi che danno il positivo però, indivia e Taleggio insieme danno vita a un sapore particolare e buonissimo.
E ho deciso quindi un po’ di tempo fa di unirli nel ripieno di una quiche, inventata di sana pianta e frutto soprattutto della pecunia del frigorifero in quel determinato momento. Qualche volta ho aggiunto pezzettini di mela, altre volte dei gherigli di noce sbriciolati, fatto sta che questa torta salata è un successo garantito, in termini di riuscita e di sapore.
L’indivia, di cui per questa preparazione si utilizza solo la metà superiore, si utilizza a crudo, e ha la caratteristica di non rilasciare acqua in cottura, come avviene a tutte le verdure. Pertanto la sola componente liquida è il composto di panna ed uova che si sparge su quasi tutte le quiches e che, cuocendo, ingloba in sé tutti gli ingredienti.
Come base ho utilizzato la brisé francese di Michel Roux, il cui procedimento è indicato nelle note, ma nulla vi vieta di utilizzare pasta brisé acquistata o addirittura pasta sfoglia. Nel caso della sfoglia, però, si dovrà avere la accortezza di spargere uniformemente sulla superficie del pangrattato, che assorbe l’eccessiva umidità del composto di uova e panna, ed eviterà alla base della torta di “sfracellarsi“, termine tecnico utilizzato da noi chef 😉
Ho utilizzato ogni tanto gli stessi ingredienti, taleggio ed indivia, per la preparazione di un confortante risotto invernale.