Fino a qualche tempo fa non sapevo che cosa fosse la vignarola. Ogni sera, l’intervallo di tempo che intercorre tra la pappa dei miei cani e l’inizio di Un posto al Sole, e quindi la mia cena, è occupato dalla trasmissione di Simone Rugiati, Cuochi e Fiamme, o per meglio dire, dalle repliche delle repliche della trasmissione, che poi sono quelle che preferisco perché c’erano ancora in giuria Riccardo Rossi, che adoro, e Fiammetta Fadda.
Si tratta di una preparazione tiepida, cucinata in una sola pentola, delle primizie delle verdure di stagione, di primavera, che i contadini mettevano a crescere sotto le vigne (e da qui il nome). In genere la vignarola è un annuncio di benvenuto alla primavera, un piatto che la celebra addirittura, composto da cipollotti freschi, fave freschissime e novelle, perciò quelle piccolissime, patate novelle, carciofi del tipo mammole romanesche, e moltissima mentuccia romana. C’è chi aggiunge anche pisellini e asparagi, ma la ricetta originale non li prevede. Nell’articolo dell’ambasciatrice se ne può leggere una versione toscana che comprende appunto gli asparagi.
Proprio la settimana scorsa ho acquistato come sempre il giornale Cucina Naturale a cura dello chef Capano e il caso ha voluto che ci fosse la ricetta della vignarola, chiaramente vegetariana, arricchita dalla quinoa rossa. Io ho sempre in casa un pacchetto di quinoa e ne avevo un tipo misto, rossa e classica gialla, e ho adoperato quella. La quinoa rossa ed i fiori di erba cipollina appena sbocciati nel mio vaso di aromatica, hanno dato un tocco in più al trionfo del verde che è la vignarola.