Spesso guardo la trasmissione di Benedetta Rossi, Fatto in Casa per Voi, e resto ipnotizzata, soprattutto nel vedere come riesca, nella sua semplicità estrema, ad attrarre tanta gente che a mazzi rifà le sue ricette. Ricette che poi se vogliamo dirla tutta, facciamo tutti a casa, senza clamore e senza pretese di eccezionalità, ma preparate da lei sembrano l’ultimo ritrovato della genialità. Le puntate della trasmissione addirittura le registro e quando la TV non propone nulla di buono, soprattutto nel palinsesto estivo fatto di repliche e di programmi noiosi, attraverso la app Discovery+ le riguardo da capo con attenzione e blocknotes alla mano, per prendere appunti ed ispirazioni (pare che adesso quando si copia una ricetta si dica “ho preso ispirazione“).
Sta di fatto che anche se a volte mi sono indignata con lei, tipo quando durante il lock down ha “lanciato” il pane comodo cotto in pentola, mentre l’ignaro e mai cagato Jim Lahey lo aveva inventato decine di anni prima, e anche quando provai a fare i suoi nuggets di pollo che a me non sono mai venuti bene (una volta perdevano acqua, un’altra volta la carne di pollo sembrava macinata), altre volte preparo invece con discreto successo le sue ricettine, veloci, furbe, immediate, caserecce.
Ho preparato i biscotti alle mele, che però non ho ancora pubblicato, essendo per me un po’ più adatti per il periodo autunno inoltrato/inverno, ho rifatto la cheesecake piumino, con discreto successo, da lei ho imparato a preparare le cotolette di cavolfiore (che non vedo l’ora di poter rifare), e la cosa che mi fa più rabbia è che poi alla fine tutti rifanno le sue ricette, però ufficialmente di lei ne dicono peste e corna. Io invece le do onore e merito, quando lo merita.
Questo riso al latte di oggi, che si cuoce da crudo al forno nel latte, previa ammollatura in acqua per una quindicina di minuti, è una cosa per la quale invece la ringrazierò a vita. Ditemi la verità: quanto è scocciante, se non si ha una Instant Pot o una cuociriso, cuocere il riso? Tra il vapore che riempie la cucina, l’appannamento conseguente sui vetri, la schiuma che fuoriesce e sporca tutti i 4 mq attorno al fornello, insomma è una vera rottura. Poi va scolato al momento giusto perché altrimenti si sfranteca o è al contrario troppo croccante… insomma, non si sa mai come fare, per essere un po’ più pratici. E questo con i risi normali: figuratevi quei risi che cuociono 45 minuti, tipo il rosso integrale, il venere eccetera.
Questo qua si cuoce, come vi dicevo, da crudo, direttamente in teglia, già condito e stratificato come il migliore sartù richiede. E non è un sartù, è un riso al latte, che francamente ho sempre un po’ schifato nella versione dolce o in torta, ma che fatto così è la fine del mondo.
Ammetto però il mio peccato, lo ho condito poco, non con la medesima generosità con cui in video Benedetta lo ha farcito, ho usato meno di tutto, e in effetti il riso, perfettamente cotto, un po’ intorzava. Mancava proprio di cremosità, ma la colpa è solo mia. Un po’ avevo terrore di sporcare il forno nuovo, con fuoriuscite lattiginose poco facili da rimuovere, un po’ perché, come oramai vi avrò ripetuto allo sfinimento, chi come me ha un blog ed ha il compito di mostrarvi interno, stratificazioni, ingredienti ben visibili, di qualsiasi preparazione, per invogliarvi a farla o anche solo per farvi capire come viene, deve per forza di cose evitare che il risultato finale sia una mappazza irriconoscibile.
Sicché, già che voi non avete l’arduo compito di dover fotografare professionalmente questo riso quando lo preparerete, il consiglio che vi do è quello di non lesinare con il condimento. Ok? E se potete, aggiungere alla farcitura qualche cucchiaiata di besciamella densa, o di un formaggio cremoso, tipo la robiola. Non so voi, ma io alla prossima infornata di riso al latte, la aggiungerò.
Per questa preparazione ho utilizzato un riso Ribe Semilavorato Pacciamato biologico Vignola che, dalle mie origini napoletane ho imparato essere quello più adatto alla farcitura e conseguente cottura in forno o frittura. Non esiste palla di riso napoletana fritta (non vi fate venire le mosse, nessuna pretesa che sia un arancino/a) che non sia fatto con il Ribe. E a differenza di Benedetta che da essenziale quale è utilizza il prosciutto cotto per la farcitura e la mozzarella, io ho utilizzato speck a cubetti e pancetta e chiaramente la provola affumicata, dando quel caratteristico odore fumè che tanto amo, a questa preparazione.
Ultima cosa: ho buttato il sangue per cercare di capire le dimensioni della teglia da utilizzare per le dosi precisissime affinchè la ricetta riesca. Ho scritto a Benedetta stessa, che però mi ha risposto ad una seconda domanda ma non a quella riguardo le dimensioni. Anche sul suo blog in decine le chiedono le dimensioni della teglia, ma le domande sotto al post sono rimaste inevase. E così mi sono messa a leggere tutte le ricette del riso al forno, individuando le specifiche della teglia ossia 25x30cm. Chiaramente io non l’ho trovata rettangolare ma quadrata, 27x27cm, sempre di Pyrex. Ed è andata alla grande lo stesso. Perciò mentre da Benedetta questa informazione manca, qui ne trovate ben due di possibilità. E se mi commentate con la richiesta delle dimensioni, perché il post non lo leggete, è un problema vostro: non vi rispondo, così come fa lei. Tiè.
1 Comments
Luisa Sorrentino
7 Ottobre 2021 at 15:27
No aspetta scusa… le dimensioni della teglia quali sono??? 🤣🤣🤣🤣🤣🤣
Scherzo. 27×27 ce l’ho.